Casal di Principe (Caserta), sabato 15 giugno 2024 - Detenzione di arma da fuoco aggravata dalla camorra: è questa l’accusa contestata dalla Dda per il fermo di Emanuele Libero Schiavone, figlio del capoclan pentito Francesco, e a Francesco Reccia, figlio di Oreste, presunto esponente della criminalità organizzata locale, tra le persone a cui i carabinieri del Comando provinciale di Caserta hanno notificato le misure cautelari nell'ambito di indagini coordinate dalla magistratura. Entrambi sono detenuti nel carcere napoletano di Secondigliano. L’accusa di detenzione di armi può essere contestata anche senza il rinvenimento delle armi: un dettaglio che si conoscerà nelle prossime ore. Schiavone a questo punto risulta vittima e parte offesa in quanto per il reato di possesso d’arma l’accusa potrebbe essere precedente ai colpi esplosi contro la sua abitazione. Si immagina che i raid a Casale siano la conseguenza di un’azione precedente ma non è escluso che da qualche intercettazione già predisposta su altre utenze si sia arrivati ad accusare i due. Schiavone jr e Reccia saranno interrogati nelle prossime ore: dai nomi dei due uccisi oggi si potrà anche capire se c’è un’unica filo a legare tutti gli episodi. Nei giorni scorsi, nell’agro aversano si sono verificati diversi episodi violenti, raid con decine di colpi d'arma da fuoco esplosi, anche ai danni dell'abitazione della famiglia Schiavone a Casal di Principe, nell'imminenza, tra l'altro, della tornata elettorale. Intanto, a poche ore dalla marcia anticamorra proclamata nell’altro aversano sono state uccise due persone sull’asse mediano in tenimento di Succivo Orta. Uno dovrebbe essere di Cesa.
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