Santa Maria Capua Vetere (Caserta), 13 settembre 2023 - - La riforma voluta dal Guardasigilli, Carlo Nordio, che prevede, tra l'altro, la cancellazione del reato di abuso d'ufficio e l'introduzione della decisione collegiale per la custodia cautelare in carcere nel corso delle indagini preliminari, porterà ad una "paralisi" degli uffici giudiziari più piccoli. A lanciare l'allarme è Antonio d'Amato, Procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere e già componente del Csm. Il decreto, ora all'esame della Commissione Giustizia del Senato presieduta da Giulia Bongiorno, potrebbe avere delle importanti "ricadute di carattere ordinamentale e organizzative", osserva il magistrato che guarda con favore al possibile "differimento di due anni rispetto alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della riforma". Una scelta che definisce "strategica" perché "volta a rimepire quel vuoto d'organico che colpisce la magistratura" che è sotto organico di "almeno 1500 unità" visto che per colpa del Covid "non si sono potuti fare i concorsi necessari". "La collegialità prevista nel ddl, che comporta l'aumento da 1 a 3 dei magistrati che dovranno decidere sulla misura cautelare più afflittiva - spiega D'Amato - determinerà un ampliamento delle situazioni di incompatibilità. E si dovranno fare i conti con la struttura giudiziaria complessiva del nostro paese". "Se è vero che negli uffici di grandi dimensioni la misura organizzativa prevista nel ddl potrà essere adeguata a fronteggiare il problema, nei Tribunali piccoli e di piccole e medie dimensioni - ribadisce il Pm - le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, disastrose, non solo sotto il profilo di un rallentamento" del lavoro e potrebbero portare "alla paralisi degli uffici".
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