Caserta, 20 Dicembre 2016 - (Comunicato) -Ludopatia, il futuro del gioco in Italia. Il numero di giocatori compulsivi è in costante aumento, anche grazie alle misure poco convincenti adottate dallo Stato. Le iniziative locali, distanziometro e diminuzione di orari su tutti, sono mosse che per ora non bastano a contrastare l'impulso di chi non riesce a controllarsi. Se si spostassero le tabaccherie di mezzo chilometro o si limitasse il tempo in cui è possibile acquistare sigarette, davvero il numero dei fumatori calerebbe in modo sensibile? Lo stesso ragionamento vale per il gambling, che quando diventa ossessivo non conosce limiti di nessun genere. L'unica soluzione è smettere, e per farlo bisogna riconoscere di avere una malattia. Il profilo medio del giocatore d'azzardo in Italia è stato descritto con accuratezza dal blog specializzato Giochidislots, attraverso un’infografica dedicata a tutto ciò che ruota intorno alle slot machine. Dall’analisi dei dati emerge, che la maggior parte degli scommettitori sono uomini e vivono nel nord Italia. Le donne che puntano sono il 37%, tra i maggiori spiccano Milano, Torino, Pavia, Brescia, Venezia. Non a caso gli unici casinò terrestri italiani sono tutti al settentrione, tocca come punto più meridionale Sanremo. Solo Roma e Napoli tengono il passo per numero di slot machine presenti sul territorio, come è normale per quanto riguarda le grandi città. Più difficile invece stabilire la fascia d'età del giocatore, a riprova di quanto sia un fenomeno diffuso tra tutti i tipi di persone. In leggero vantaggio i giovani, dai 25 ai 34 anni, e i pensionati, dai 65 anni in su. Entrambi raggiungono la quota del 19%, solo un punto percentuale in più della fascia 55-64 anni. Il gioco pare meno comune tra i neomaggiorenni, l'11% del volume totale. La spiegazione si potrebbe trovare nel fatto che di solito i ragazzi impiegano qualche anno prima di sviluppare una tendenza al gioco, anche per la minore disponibilità economica.La Campania si inserisce all'interno del problema della ludopatia come traino per la zona meridionale. Napoli ha sul proprio territorio il 6% delle slot machine nazionali, la regione addirittura 41.151 apparecchi. 2.000 in più rispetto ai dodici mesi precedenti, ma se la riforma prevista dalla legge di stabilità dovesse essere applicata si potrebbe scendere fino a 27.400. In piena linea con il 30% previsto a livello nazionale, insomma. Soltanto la Lombardia presenta una quantità superiore di macchinette, aiutata dalla massiccia presenza di mini-casinò. La prima mossa, vale a dire gli orari di apertura e chiusura, è stata tutelata da una sentenza del Tar regionale, che ha respinto il ricorso di alcuni esercenti. Segno che la magistratura è dalla parte dei giocatori, per evitare la crescita del fenomeno. Sulla scia del movimento napoletano si è posizionata Caserta, che ha raggiunto un accordo con l'Asl per combattere il Gioco d'Azzardo Patologico. Tra i vari obiettivi, spicca la creazione di un centro diurno per aiutare gli abitanti colpiti dall'ossessione per le scommesse. L'intento del comune di debellare il gioco illegale si è manifestato nei numerosi controlli promossi nella zona. La guardia di finanza nella prima metà del 2016 ne aveva effettuati più di 160 per scovare tracce di illeciti nel settore. Segno questo che il gioco d'azzardo è ancora legato alle bande criminali. La legislazione finora ipotizzata dallo Stato rischia di avere l'effetto opposto di avvicinare i giocatori problematici all'illegalità. Anche per questo è giusto chiedersi se la strada battuta dal governo sia quella giusta.
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