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STUPRO AL FAUNO DI SORRENTO:INDAGINI DIFENSIVE, LA VITTIMA PEDINATA NEGLI STATES

Sorrento, Torre Annunziata, Napoli, 23 ottobre 2015 (Casertasette) - E’ durata quattro ore l’udienza di incidente probatorio celebratasi oggi (23 ottobre) davanti al gip del tribunale di Torre Annunziata dove è comparsa Elizabeth J. la venticinquenne di New York vittima di uno stupro commesso da due giovani casertani alla fine dello scorso luglio, nella discoteca Fauno di Sorrento. I due, Riccardo Capece e Francesco Franchini, arrestati ad agosto, rispettivamente di 20 e 22 anni, si trovano ancora in carcere dopo il rigetto della richiesta di arresti domiciliari sia da parte del gip che del Riesame. La ragazza, alla quale il giudice ha nominato un difensore d’ufficio quale parte lesa, ha ripercorso quei terribili momenti vissuti durante quella notte modificando, stando a quanto evidenziato dalla difesa, alcune dichiarazioni. Tra queste quella riguardante il suo stato di ubriachezza (dichiarò che aveva bevuto un po’ troppo rispetto alle altre volte, mentre ieri ha negato la circostanza) o quelle che non ha attribuito alla sua amica co-denunciante su altri aspetti della violenza. Casertasette. In particolare, la difesa di uno degli indagati, Franchini (difeso dall’avvocato Romolo Vignola) ha sottolineato come il tempo trascorso dalla prima violenza, fino all’uscita dal bagno e poi al rientro non corrisponda ai dieci minuti riferiti dalla vittima ma a un lasso di tempo maggiore così come si evince dal minutaggio delle registrazioni video. Inoltre, le abitudini della ragazza, si è appreso, sarebbero finite anche sotto l’attenzione di un investigatore privato statunitense che avrebbe controllato per un certo periodo di tempo la vittima nell’ambito delle indagini difensive predisposte dal legale di Capece, ma ciò – al momento - non avrebbe portato a risultati rilevanti ai fini difensivi. Una brutta storia quella che riguarda i due giovani che avrebbero parlato di sesso consenziente (la ragazza era anche indisposta) dopo una serie di effusioni. In effetti era stata la stessa vittima a riferire ai carabinieri che aveva accettato qualche bacio e di essere andata volontariamente nel bagno la prima volta con uno di loro, ma non per fare sesso. La giovane americana aveva ammesso di aver bevuto tre drink prima dell'episodio ma di essere abituata e quindi sobria per ricordare sia la prima violenza (ad opera del calciatore Franchini) che la seconda, durante la quale sarebbe stata obbligata dallo stesso Franchini a subire un atto sessuale orale da Capece.


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