Somma Vesuviana (Napoli), 30 settembre 2015 (Casertasette)
Condannato all’ergastolo per omicidio: assolto dopo 19 anni e risarcito con un indennizzo record di 2 milioni e 150 mila euro
Un indennizzo record di 2 milioni e 149 mila euro, a titolo di risarcimento per riparazione dell’errore giudiziario, è stato deciso nei giorni scorsi dalla Corte di Appello di Perugia nei confronti di Maurizio Bova, 64 anni, di Somma Vesuviana, condannato ingiustamente – nel 1997 – dell’omicidio del boss Antonio Ferrara e del tentato omicidio Domenico Ferrara, episodio avvenuto nel 1994. Bova, difeso dall’avvocato Alfonso Baldascino del foro di Santa Maria Capua Vetere, fu condannato all’ergastolo scontando complessivamente 19 anni, 7 mesi e 20 giorni di reclusione, ovvero fino alla sua assoluzione giunta nel gennaio dello scorso anno con verdetto della Corte di Appello di Perugia. A scagionare Bova, accusato di avere ucciso il boss del comune vesuviano Antonio Ferrara, furono dapprima le dichiarazioni del pentito Antonio Marchese (che si autoaccusò attraverso una lettera del delitto risalente a metà degli anni Novanta e che era stato accusato in concorso con Bova) e successivamente altri riscontri e nuovi elementi rinvenuti negli atti processuali che non erano mai emersi nei precedenti procedimenti. Lungo l’iter giudiziario, come riferisce il giornale on line Casertasette.com: dalla condanna all’ergastolo della Corte di Assise di Appello di Napoli (1997), all’inammissibilità della revisione del processo da parte della Corte di Appello di Roma (2011), all’annullamento della decisione della Corte di Appello di Roma da parte della Corte di Cassazione (2012), all’assoluzione della Corte di Appello di Perugia (2014), all’istanza di risarcimento presentata sempre a Perugia alla fine del 2014 fino alla camera di consiglio dei giudici avvenuta nel maggio scorso al deposito della decisione. ,
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