A Carditello si festeggia, ma la procedura di aggiudicazione all'asta non si è conclusa ancora. La Sga, società del Banco Napoli che vantava il credito, si è aggiudicata provvisoriamente il bene all'asta. Se entro il 21 gennaio nessuno rilancerà a 13,8 milioni di euro, la Sga potrà dirsi aggiudicataria previo 'saldo' di 10,5 mln. Poi rivenderà la Reggia di Carditello al Ministero (che non è ancora entrato in possesso del bene, nonostante i festeggiamenti annunciati) al prezzo scontato di 2.5 mln di euro
Santa Maria Capua Vetere (Caserta), 10 gennaio 2014 (Casertasette) – La Reggia di Carditello, alla fine, sarà venduta in «saldi» al Ministero ai Beni Culturali per un importo di 2 milioni e 240 mila euro (che lieviteranno a circa due milioni e mezzo per spese). Tanto il valore finale per il passaggio (tanto esaltato) del bene allo Stato. Un’aggiudicazione per il bene dello Stato, dopo l’intervento politico-istituzionale che – in diverse circostanze – non sarebbe mai avvenuta in quanto economica per la Sga (società che raccoglie i crediti del Banco di Napoli). La Società Gestioni Immobiliari - secondo gli addetti ai lavori – beneficerà di una plusvalenza in virtù dell’operazione in perdita. D’altra parte, ci sono i circa 30 milioni di euro di cui è ancora debitore il Consorzio di Bonifica (non esonerato nell’accordo) nei confronti della Sga: a margine dell’udienza di ieri, infatti, la questione è stata al centro di una schermaglia tra l’avvocato Eduardo Sabbatino (legale del Consorzio) e la segretaria generale del Mibac, Antonia Recchia la quale ha anche sottolineato gli investimenti e le spese erogate dal ministero per una serie di interventi eseguiti nel Real Sito. Ma il capitolo giudiziario sulla Reggia di Carditello si chiuderà effettivamente il 25 marzo prossimo, data in cui il giudice ha fissato la procedura per quantificare le spese del giudizio. In quella data terminerà anche il mandato del curatore, avvocato Luigi Meinardi. Si parla di spese giudiziarie elevatissime per una vicenda che ha tenuto banco dal 2003 (per la procedura fallimentare) iniziata con le prime azioni legali della Sga contro il Consorzio risalenti al 1996. Alla vendita del Real Sito, che comprende anche una serie di terreni circostanti (nell’ordinanza sono riportate alcune decine di particele catastali), si è arrivati a seguito di un debito di cinquanta miliardi di vecchie lire mai restituito al Consorzio di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno al vecchio Banco di Napoli con una prima azione legale avviata nel 1996.
Intanto, Claudio Velardi, ex assessore ai beni culturali della giunta Bassolino, uomo di comunicazione, dalle pagine del blog punta il dito sulla vaghezza dei progetti legati al futuro della splendida struttura casertana, ora da rimettere in sesto dopo decenni di colpevole abbandono. Cosa farne? Non ci sono progetti. Si riuscirà a tutelarla solo con il volontariato? È già successo, si legge sul blog, «buttando parole, progetti e moltissimi soldi nell’Albergo dei Poveri, nella Reggia del Quisisana, nelle ville del Miglio d’Oro, nella Reggia di Portici, nella Casina del Fusaro». Ai fondi europei spesi, ragiona Velardi, non è corrisposta alcuna valorizzazione dei beni architettonici.
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