Caserta, 30 marzo 2012 (Casertasette) - Nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria della Eco Transider Srl, una delle aziende del gruppo Ragosta, finito due settimane fa in un’inchiesta della Dda per presunti aggiustamenti di sentenze emesse da giudici tributari coinvolti nella stessa indagine dove si ipotizza uno scenario di riciclaggio e corruttela. Oggi, infatti, la Prefettura di Caserta ha «annullato» il vincolo interdittivo – così come aveva evidenziato nel suo provvedimento il gip di Napoli sollecitato dalla difesa di Ragosta. La Eco Transider, che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in settanta comuni della Campania, aveva ricevuto lo stop dai comuni e dalla Regione Campania dopo l’interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura di Caserta che, di fatto, aveva bloccato l’attività dell’azienda da qualche giorno sotto amministrazione giudiziaria. Una circostanza che il legale della società, l’avvocato Alfonso Quarto (assiste Giuseppe Ragosta, uno degli imprenditori del gruppo), aveva rappresentato al gip Alberto Capuano per i rilievi del caso. In queste ore, anche Regione Campania starebbe rivedendo il provvedimento di diniego per lo smaltimento dei rifiuti al fine di prendere atto della revoca dell’interdizione e consentire così lo sblocco per la raccolta. «Intervenire a cose fatte e cioè dopo il sequestro – aveva scritto il gip nel suo provvedimento sull’interdizione prefettizia - significa mortificare l'azione di gestione dei beni da parte dell’amministrazione giudiziaria che, sì ricordi, è organo ausiliario del giudice penale; procedere con l'interdittiva antimafia nei confronti dell'impresa in sequestro giudiziario va in conflitto con gli obiettivi propri del sequestro, finalizzato al mantenimento, alla conservazione ed all'eventuale incremento del complesso aziendale, dei livelli occupazionali e delle attività economiche dell'impresa, attraverso un procedimento di legalizzazione finalizzato alla ipoteca confisca».
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