VAIRANO PATENORA (Caserta), 12 settembre 2011 (Casertasette) - Due gip differenti del tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno scarcerato oggi per mancanza di gravi indizi, quattro dei nove presunti esponenti del clan dei Casalesi arrestati lo scorso week end con l'accusa di estorsione: si tratta di Alfonso Cantelli, Sergio Caterino, Elio Diana e Romolo Del Villano che non sono stati ritenuti concorrenti nelle estorsioni del caseificio Tre Archi di Vairano Patenora (Caserta). I provvedimenti della DDA partenopea - eseguiti l'altro giorno dai carabinieri - sono frutto di un'indagine avviata all'inizio dello scorso mese di luglio in seguito alle dichiarazioni rese dopo una forte reticenza iniziale dall'imprenditore caseario. Aspetto fondamentale e di novità emerso nel corso delle indagini consiste nell'individuazione, e la conseguente neutralizzazione, delle cosiddette "riserve" del clan, soggetti storicamente legati all'organizzazione camorristica, strategicamente collocati in posizioni defilate ma pronti al reinserimento, a pieno titolo, nel circuito criminale quando se ne verificava la necessità. L'operazione dei carabinieri ha anche consentito di fare luce su un nuovo metodo utilizzato dagli estorsori per chiedere il "pizzo" alle vittime: gli aguzzini - con la compiacenza di titolari, imprenditori e operatori di esercizi commerciali di Casal di Principe - convocavano le proprie vittime in alcuni negozi del paese dove, sotto intimidazione, venivano effettuate le richieste estorsiva. Restano in carcere gli altri cinque arrestati: Carmine Caterino, Pasquale Caterino, Luigi Coppola, Carlo Bianco (di Casal di Principe ma residente a Vairano Patenora) e Gennaro Pezone, tutti dell'agro aversano. All'interno del gruppo il ruolo apicale era stato ricoperto, fino al suo arresto avvenuto lo scorso 27 luglio, da Elio Diana, cognato di Francesco Schiavone e, successivamente, dal suo factotum Sergio Caterino. Carmine Caterino formulava materialmente la richiesta estorsiva all'imprenditore di turno convocato; Pasquale Caterino e Luigi Coppola erano, invece, gli emissari del clan che provvedevano a contattare le vittime per "invitarli" a recarsi a Casal di Principe presso il "bar di Romolo", di proprietà di Romolo Del Villano. I carabinieri hanno anche accertato che oltre alla classica richiesta estorsiva per il "mantenimento delle famiglie dei detenuti", all'imprenditore era stato imposto anche di cambiare assegni di dubbia provenienza: per un importo di 3.600 euro una prima volta e 1.200 euro una seconda volta. Una richiesta eseguita per conto del gruppo criminale da Gennaro Pezone che si era presentato nel caseificio "a nome di Zì Elio". Infine, Alfonso Cantelli e Sergio Caterino, si erano più volte fatti consegnare prodotti caseari senza pagare quanto dovuto e, in una circostanza, pure 400 euro. La scelta di procedere con tempestività, con un provvedimento cautelare d'urgenza, è stata dettata dall'impellente e improcrastinabile necessità di interrompere le azioni del gruppo estorsivo nonché per evitare ripercussioni ai danni della vittima. Oggi le quattro scarcerazioni.
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