Alepa è una azienda in crescita. Oltre a Riccio Nero e Riccio Bianco, vini rispettivamente da Pallagrello nero e Pallagrello bianco in purezza, l’azienda produce il Palenio, blend di Aglianico e Cabernet sauvignon, il Santojanni blend di Falanghina e di Greco, nonché l’olio extravergine d’oliva CAIAZZO (CASERTA), 14 MARZO 2011 (di Vincenzo D'Antonio Italia a Tavola) - (Casertasette) - Bonsai di Alpi Svizzere. Per piacere, la si visiti quest’area così bella, la si contempli pacatamente, e si converrà ex-post che la similitudine non è azzardata. Stiamo parlando delle colline caiatine (Caiazzo è ameno paesino collinare in provincia di Caserta, poco distante dal capoluogo), destra Volturno, là dove la piana fluviale è incastonata tra poggi deliziosi e là dove vitivinicoltura ed olivicoltura convivono da sempre. Da queste partì Annibale oziava e in questo territorio, famoso nel mondo per la mozzarella di bufala, si produce anche, ma in modiche quantità un grande formaggio sconosciuto ai più: il Conciato Romano.
Paola Riccio, una laurea in economia e un mondo di visioni enoiche nei suoi occhi neri, ha realizzato il suo sogno: vinificare il bino vitigno autoctono di questo areale: il Pallagrello. Sì, definiamolo bino il Pallagrello per come esiste a bacca bianca e per come esiste anche (soprattutto ?!) a bacca nera.
Paola gioca con il suo cognome, che narrativa ci fa sovvenire sinonimo di eleganza (L’eleganza del riccio di Barbery Muriel) ed i suoi Pallagrello si leggono in etichetta Riccio Bianco e Riccio Nero.
Il bianco lo abbiamo trovato, in perfetta sintonia con le attese, molto elegante, setoso alquanto. Il colore è giallo; proprio così: giallo senza altra suppletiva attribuzione cromatica; un giallo pieno vorremmo dire. Si avvertono sentori di agrumi canditi e una fresca nota di salvia. Gradevolissima e connotante la notevole persistenza automatica. Alla presunta domanda circa gli abbinamenti verrebbe da rispondere: e perché mai dovremmo abbinarlo?! È vino che si lascia bere, nel costumato bere consapevole, da solo. Con… senza niente!
Qualora si insista, suvvia, su sontuose minestre sulle quali, detto per inciso, lievemente cada, a filo a crudo, l’olio che produce Paola, dall’oliva caiazzana.
Il nero è erogatore di valenti empiti energetici. Ha solida struttura e, tratto connotante, mantiene anch’esso un’eleganza che abbiamo riscontrato nel bianco e che qui, ci sia ciò consentito, diviene addirittura civettuola e ammiccante per come parrebbe che nel calice, questo vino voglia dirci: «saprei essere ancora più forte, ma ne varrebbe la pena, trasmetterei le stesse emozioni?». Ecco, alle silenti parole dal calice sgorganti, noi rispondiamo eloquentemente plaudendo all’encomiabile risultato.
Paola produce solo più 15mila bottiglie, tra queste, occhio ad un bianco memorabile, il Santojanni. Perché Santojanni. Perché cantina e gran parte dei vigneti sono nella frazioncina di Caiazzo denominata San Giovanni e Paolo. Ma per gli indigeni qui è semplicemente “Santojanni”.
Assente il Pallagrello, se non in percentuale irrisoria, questo vino il cui taglio Paola ha denominato “taglio Alepa” è fatto con una prevalenza di Falanghina che intanto se la sente di percorrere tratto lungo in quanto generosamente la supporta in spalla un generoso Greco. Spiccata mineralità, naturale freschezza, è vino che perentoriamente si firma e che, savio ed ammiccante, si fa ricordare.
info@alepa.it
Il sito web dell'azienda Alepa
Leggi qui l'articolo su Italia a Tavola
|