CASERTA, 4 NOVEMBRE 2010 - I carabinieri del reparto Operativo di Caserta hanno eseguito questa mattina cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea, nei confronti di altrettante persone, considerate dagli investigatori appartenenti al gruppo di fuoco della fazione del clan dei Casalesi guidata da Francesco Schiavone, detto "Sandokan". Destinatari dei provvedimenti sono Vincenzo Schiavone, di 31 anni, Nicola Panaro, di 42 anni, Vito Lo Massimo, di 39 anni, Mario Mauro di 35 e Franco Bianco di 39 anni. Per tutti l'accusa é di concorso nell'omicidio di Raffaele Lubrano, ucciso nel novembre di 8 anni fa. Lubrano, imprenditore ma anche autore di poesie, con numerosi riconoscimenti come poeta a livello nazionale, era imparentato con la famiglia Nuvoletta di Marano di Napoli, a sua volta legata ai Corleonesi di Totò Riina in quanto aveva sposato la figlia di Lorenzo Nuvoletta, capo storico dell'omonimo clan. L'agguato a Raffaele Lubrano, figlio di Vincenzo, quest'ultimo ritenuto il capo della cosca Lubrano-Ligato, che operava tra Pignataro Maggiore e zone limitrofe, avvenne del piccolo centro agricolo del casertano, mentre l'uomo era alla guida di un fuoristrada. L'agguato fu deciso dalla famiglia Schiavone - hanno spiegato gli investigatori - per riaffermare la supremazia dei Casalesi nella zona di Pignataro Maggiore e dell'intero agro Caleno, in un periodo in cui le organizzazioni criminali controllavano, tra l'altro, l'attività dei conferimenti di pesche e pomodori in sovraproduzione all'AIMA, dando vita vita a truffe milionarie alla Comunità Europea. Il clan Lubrano-Ligato aveva cercato di ritagliarsi autonomi spazi nell'area da sempre controllata dai Casalesi, che decisero, dunque, di riappropiarsi della supremazia nella zona.
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