MARCIANISE (Caserta), 4 novembre 2010 - Per la terza volta consecutiva, il Tar Campania ha accolto un ulteriore ricorso della Ecosystem 2000 - una società del Consorzio Cesap di Casagiove specializzata spazzamento stradale, raccolta rifiuti, speciali e ospedalieri, disinfestazioni e disinfezioni – il cui appalto di servizio di nettezza urbana a Marcianise era stato bloccato da un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta. La stessa interdittiva, applicata in precedenza dalla stessa Prefettura sempre a carico della Ecosystem 2000 per gli appalti di nettezza urbana presso i comuni di Vairano Patenora e Cervino, era stata oggetto di ricorsi entrambi accolti dal Tar. Al centro dei tre provvedimenti della Prefettura di Caserta, una informativa delle forze dell’ordine che faceva riferimento a un’ulteriore e e precedente informativa antimafia riguardante il Consorzio Cesap, peraltro annullata clamorosamente dal Consiglio di Stato e riguardante episodi del 1993 (vagliati dal tribunale penale di Santa Maria Capua Vetere in un processo contro alcuni amministratori di un ente, esclusivamente per il reato di abuso d’ufficio), nonostante il consorzio avesse ottenuto fino a gennaio del 2008 il nulla osta dell’antimafia. A ostacolare l’attività del consorzio di imprese che ha sedi in diverse province italiane e due all’estero, anche la «colpa» del presidente Angelo Grillo, di aver preso come dipendente un nipote orfano di genitori che in passato aveva avuto piccoli problemi con la giustizia. «Sono ormai tre anni che lo Stato – affermano i legali del Cesap – che ha deciso a proprio insindacabile giudizio, che Angelo Grillo non deve più fare l’imprenditore. Una decisione che non nasce da puntuali ed inequivocabili fatti che possano dimostrare i tentativi di infiltrazione mafiosa nelle imprese ma semplicemente da giudizi sommari e semplicistici che mirano a strumentalizzare la legge sull’antimafia e ad utilizzarla come mero bastone con cui colpire chi non va a genio». La sua nuova “colpa”, questa volta, è quella di aver tolto dalla strada un giovane ma, sottolineano i legali con un ribaltamento della verità: non è lo zio che nell’esercizio del proprio dovere prende sotto la propria protezione il nipote, ma è il nipote che insidierebbe lo zio e le sue società di servizio». Nell’ultima vicenda sull’appalto di Marcianise, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso dell’avvocato Cino Benelli su tutti i punti: contraddittorietà, difetto e carenza assoluta di motivazione, eccesso di potere e illogicità affermando nell’ordinanza di sospensione che, «sulla scorta della sentenza del Consiglio di Stato (che accoglieva il ricorso del Cesap) dall’allegazione da parte dell’Avvocatura di Stato di atti e documenti non emergono elementi in grado di sostenere efficaci ragioni per discostarsi dalle decisioni richiamate».
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