CASERTA, 15 OTTOBRE 2010 - In assenza del marito boss, da tempo detenuto, aveva preso in mano le redini della cosca: Emilia Maio, 39 anni, di Santa Maria Capua Vetere, moglie di Salvatore Amato, ritenuto a capo dell'omonimo clan operante nella zona di Santa Maria Capua Vetere, è stata arrestata dai carabinieri con l'accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda e a conclusione delle indagini dei Carabinieri. La Maio, in particolare, è accusata di avere dato attuazione alle direttive ricevute dal carcere dal convivente, durante i colloqui, per quanto concerne le attività illecite dell'organizzazione e di avere tentato di indurre, - è spiegato in una nota della DDA - alcuni affiliati che hanno intrapreso attività di collaborazione con la giustizia a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, ovvero a ritrattare le dichiarazioni già rese nel corso della stesura del verbale relativo ai contenuti della collaborazione. In particolare, la donna, insieme con Rosa Amato - attualmente in carcere per le stesse accuse - su disposizione di Salvatore Amato, minacciava i familiari di un collaboratore di giustizia. Il provvedimento di oggi costituisce il prosieguo delle indagini che già alla fine del mese di luglio dello scorso anno portarono all'arresto di numerosi affiliati al clan Amato, che a Santa Maria Capua Vetere e zone limitrofe, oltre ad imporre tangenti e concedere prestiti usurari, costringevano con metodi violenti, numerosi commercianti ad installare videopoker nei loro esercizi. La Maio, secondo le risultanze delle indagini ed il sequestro di una sorta di libro mastro del clan, è accusata anche di provvedere a sostenere economicamente i familiari degli affiliati in carcere.
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