CASERTA, 13 OTTOBRE 2010 - Una relazione di 91 pagine coperta da segreto investigativo e' stata consegnata dai magistrati di Santa Maria Capua Vetere alla commissione parlamentare d'inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti. I magistrati sono stati sentiti a Roma nel corso di un'audizione piu' volte secretata. "In provincia di Caserta l'intenzione del legislatore contenuta nel decreto 26/2010 non e' stata puntualmente adempiuta" ha detto il procuratore capo Corrado Lembo, sottolineando come le attivita' di raccolta, nonostante la legge abbia previsto il passaggio di competenze alla provincia, afferisca ancora al consorzio Unico. Per non parlare della raccolta differenziata che "e' un bluff e si fa quasi per finta". "Lo stato di emergenza - ha ammonito il procuratore Lembo - e' la madre di tutte le criticita', se si pensa alle procedure per affidare gli appalti 'brevi manu'". Ma del resto l'emergenza "non si cancella per legge. I gestori del ciclo erano abituati male, hanno sempre contato su 'Pantalone'. Ora c'e' bisogno di riformare il sistema e gli uomini di questo sistema". Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere il volume d'affari prodotto dal ciclo dei rifiuti ogni anno si aggira (e la stima e' per difetto) sui 200 milioni di euro. Nel 2009, la spesa a consuntivo e' stata di 40 milioni di euro, spesa pero' lievitata dell'84 per cento a 71 milioni di euro. Per il 2010 invece la previsione di spesa dei 64 comuni che afferiscono al consorzio unico e' di 138 milioni di euro a cui pero' devono aggiungersi oltre 105 milioni di euro che e' il debito maturato dagli stessi comuni nei confronti del consorzio. La tariffa di smaltimento dei rifiuti in provincia di Caserta e' pari a 138 euro a tonnellata, contro gli ottanta per esempio di Napoli. I magistrati vogliono peraltro verificare dove finisca la differenza.
|