CASERTA 2 OTTOBRE 2010 - La battaglia sul Volturno, combattuta il primo ottobre del 1860 dal generale Garibaldi alla guida di 20 mila volontari di ogni origine e ceto sociale, è la pagina ricordata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio di calorosi saluti inviato al Sindaco di Caserta, Nicodemo Petteruti e, per suo tramite, alle comunità lungo il Volturno - Caserta, Santa Maria Capua Vetere, Capua, Sant'Angelo in Formis, San Leucio, Castelmorrone, Maddaloni - dove 150 anni fa si svolse, appunto, "la grande battaglia difensiva dell'esercito garibaldino, che, con la vittoria di Garibaldi, pose le basi dell'unificazione nazionale". "E' una battaglia - scrive Napolitano - la cui importanza storica, davvero eccezionale non è stata negli anni sufficientemente sottolineata. Mi compiaccio dunque per l'iniziativa della presidenza del Consiglio e di molteplici Enti di realizzare questa significativa mostra 'Volturno 1860- L'ultima battaglia dei Millé di cui ho apprezzato in particolar modo la funzione didattica e la destinazione specifica verso gli studenti. Auspico che tutte le scuole delle aree interessate e molti altri la possano visitare nelle prossime settimane. Quella battaglia merita di essere raccontata in primo luogo, per i suoi protagonisti: i volontari. Oltre 20 mila ragazzi venuti da tutta l'Italia che accorsero in sei missioni successive al richiamo della straordinaria impresa del Generale Garibaldi". "Quei ragazzi, studenti, intellettuali, medici, artigiani, operai si trovarono sul Volturno, all'alba del primo ottobre 1860. Decine di migliaia - prosegue ancora il presidente della Repubblica - furono i volontari che composero l'Esercito Meridionale cui sul Volturno toccò dare la prova più difficile. E' una storia che merita, altresì, di essere raccontata per l'eccezionale capacità di guida e di personale esposizione al pericolo del comandante, Giuseppe Garibaldi, e dei suoi collaboratori. Infine, quella del Volturno è una battaglia che merita di essere raccontata per quello che è stata, cioé anche una tragica battaglia tra italiani, anche se finalizzata a un obbiettivo di libertà e indipendenza nazionale che avrebbe dovuto unirli tutti. L'esercito napoletano - come dice Garibaldi nelle sue memorie - combatté con grande valore e tenacia dei soldati. Il 150 dell'Unità d'Italia - conclude il messaggio del Capo dello Stato - deve vedere soprattutto uno sforzo collettivo della comunità nazionale per riappropriarsi della propria storia, in spirito di verità, identificandosi con i valori di impegno civile, disinteresse, coraggio che animarono il Risorgimento e che sono profondamente validi anche nel nostro tempo".
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