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INDESIT ROTTURA FRA AZIENDA E SINDACATI PER SPOSTAMENTO PRODUZIONE NEL CASERTANO


CASERTA, 10 LUGLIO 2010 - La rottura fra azienda e sindacati si e' consumata nell'incontro di ieri a Roma sul piano di investimenti e consolidamento delle attivita' produttive del gruppo elettrodomestico in Italia, che prevede la chiusura dei due stabilimenti del nord, in cui lavorano 550 addetti. L'obiettivo della Indesit e' trasferire le produzioni di Brembate (300 mila lavatrici a carica dall'alto l'anno) e Refrontolo (10 mila piani di cottura speciali) negli impianti di Teverola (Caserta) e Fabriano. Contro il piano, che nel triennio 2010-2012 promuove investimenti per 120 milioni di euro, i sindacati hanno indetto una serie di scioperi articolati (l'ultimo ieri a Melano) e il blocco dei magazzini di Brembate e Refrontolo, che prosegue ormai da un mese. Ieri l'azienda aveva chiesto di sospenderlo, Fiom, Fim e Uilm hanno rifiutato e la trattativa e' saltata. In un comunicato, la Indesit afferma che l'''azione di forza'' che impedisce di evadere gli ordini dei clienti, ''non solo colpisce produzioni gia' in difficolta', ma potenzialmente pregiudica lo sviluppo stesso del progetto del loro consolidamento''. Gli investimenti, ''destinati all'innovazione di prodotto e di processo, sono diretti soprattutto a focalizzare la missione degli stabilimenti italiani del gruppo su produzioni ad alto contenuto tecnologico'', con il rilancio della competitivita' degli stabilimenti italiani, anche attraverso ''l'accorpamento negli impianti del centro-sud Italia di alcune produzioni, mirate a rendere sostenibile l'assetto industriale''. Da parte aziendale, ''c'e' la volonta' di voler proseguire con i sindacati un confronto aperto e leale'', e l'auspicio che ''in questa delicata fase negoziale'' i rappresentanti dei lavoratori ''vogliano ragionevolmente abbandonare forme di protesta che non solo minano la serenita' della discussione ma, in un mercato debole e in una fase critica, generando ulteriori perdite di volumi e di consegne che difficilmente potranno essere recuperate, mettono in serio pericolo l'eseguibilita' stessa del piano industriale e dei relativi investimenti''. Ma Fiom, Fim e Uilm respingono l'ipotesi di un piano di rilancio che passi attraverso la dismissione di due siti produttivi, e mettono in calendario un nuovo pacchetto di scioperi e una manifestazione nazionale che dovrebbe tenersi il 23 luglio a Fabriano.

 
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