CASERTA, 22 GIUGNO 2010 - Uno dei maggiori sequestri di droga mai realizzati in Italia: 700 chili di cocaina, per un valore di 120 milioni di euro, importati da una banda nata da un'alleanza strategica e finanziaria tra uno dei più noti sodalizi della 'ndrangheta della locride, i Barbaro di Plati', ed esponenti del clan camorristico dei La Torre, del casertano. E' quanto è emerso dall'inchiesta "Tamanaco" (dal nome dell'albergo venezuelano in cui avvenivano gli incontri tra i narcos e gli acquirenti italiani) portata a termine dai finanzieri del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, dallo Scico, con la collaborazione dei finanzieri di Mondragone (Caserta) con l'arresto di 16 persone ed il sequestro di beni per oltre 80 milioni di euro. Dall'inchiesta, coordinata dal capo della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e dall'aggiunto, Nicola Gratteri, é emerso che i narcotrafficanti erano in grado di movimentare ingenti quantitativi di droga da Colombia e Venezuela verso l'Italia, passando per l'Africa ed i Paesi del Nord Europa. Cinque arresti sono stati eseguiti in Olanda. Le indagini, avviate all'inizio del 2005 dal Goa di Catanzaro, hanno portato ad individuare una prima importazione di droga che l'organizzazione stava pianificando con il fornitore sudamericano Vittorio Belgiovane, di 70 anni, residente in Venezuela, ritenuto referente di un'organizzazione colombiana di narcos. La regia italiana, secondo l'accusa, era in mano a Giuseppe Barbaro, di 42 anni, ritenuto un elemento di spicco dell'omonima cosca, all'epoca latitante per altri fatti e arrestato dai finanzieri il 12 dicembre 2008. Quest'ultimo operava in stretto collegamento anche con elementi della criminalità organizzata campana e laziale, fra i quali Antonio Rea, di 59 anni, con uno stile di vita regolare e defilato, che, in realtà, per i finanzieri, era l'elemento di collegamento tra l'organizzazione in Italia e Belgiovane. Le indagini economico-finanziarie, condotte anche con l'ausilio di un innovativo strumento informatico, "Molecola", hanno poi portato al sequestro di 16 attività economiche, fra ditte individuali e società; 25 quote societarie; sette automezzi; 12 immobili; 2 polizze assicurative. Fra i beni sequestrati anche un esclusivo agriturismo, "Tenuta Sciacca", situata alle pendici del monte Massico, a pochi chilometri dalla riserva naturale del Lago di Falciano. L'operazione, è stato il commento del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è "un altro importante obiettivo raggiunto grazie all'incessante impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata".
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