CASERTA, 18 GIUGNO 2010 - "I Casalesi emulano sempre piu', in atteggiamenti e strategie, i loro 'cugini' mafiosi. Restano pericolosi, ma mai come in queste ore sono allo sbando e in difficolta'". E' l'analisi di Federico Cafiero De Raho, procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia interpellato dal VELINO sullo stato della lotta al clan piu' noto della Campania. Una lunga intervista in cui non mancano riferimenti all'attualita', dal caso Spatuzza alle intercettazioni. Procuratore, facciamo una ricognizione dall'alto: come vede l'organizzazione camorristica dei Casalesi? "Proprio in queste ore e' in affanno. Negli ultimi tempi i risultati conseguito sono sicuramente enormi e rilevantissimi. I danni per loro notevoli. I latitanti che abbiamo preso da Panaro Nicola fino a Nicola Schiavone. irreperibile da un anno e latitante da mesi, sta dimostrando come la lotta al crimine dei Casalesi ha certamente dato frutto". Dopo gli arresti 'eccellenti' si avviliscono ? "Quando i capi sono liberi e l'arresto riguarda o gregari o livelli intermedi, il problema viene affrontato e risolto rimpiazzando la pedina sottratta dall'avanzare dello Stato. Non c'e' cosa per loro piu' facile, ma con l'arresto di Nicola Schiavone il problema sara' difficile da risolvere". Ricostruiamo nomi ed equilibri "Dopo l'arresto del figlio del boss, nella fazione Schiavone c'e' Mario Caterino come elemento di rilievo: e' latitante e potrebbe assumere la reggenza. Il gruppo Zagaria e' ancora con Zagaria. La fazione Iovine, seppur ha una posizione minoritaria, continua a reggersi sull'omonimo capo latitante. Bidognetti e' alle prese con le difficolta' date dalla disgregazione del clan e si muove con pedine disordinate". Mi pare di capire che spesso e' molto importante l'apporto alle indagini dati dai collaboratori di Giustizia: come commenta la mancata protezione di Spatuzza? "Il presupposto della protezione e' il rischio, in relazione alle dichiarazioni rese che presentano carattere di novita' e rilevanza e che siano effettivamente utili. Detto questo, e' un collaboratore che non conosco, quindi non sarei in grado di affrontare obiettivamente la vicenda". Intercettazioni: cosa cambiera'? "L'ho detto in un Comitato per l'Ordine e la sicurezza pubblica in cui era presente il ministro dell'Interno Maroni: nel disegno di legge alla Camera, e' evidente che le intercettazioni vengono ridotte e questo determinerebbe un arretramento della lotta al crimine anche se si dice che determinate restrizioni non toccherebbero le intercettazioni riguardanti reati di mafia". Su questo il Governo e' stato chiaro no? "E' vero, ma solo in parte. Ci sono reati tradizionalmente mafiosi come usura, estorsioni, traffico di stupefacenti che all'inizio non appaiono come forma associativa. Eppure sono n sintomo di presenza dell'organizzazione malavitosa. In numerose occasione da criminali comuni, si e' arrivati ai capi dei clan camorristici". Nella lotta ai Casalesi cosa cambiera'? "Le restrizioni alle intercettazioni, pare vengano adottate in relazioni a quelle ambientali: cosi' si spunterebbe l'arma fondamentale di contrasto alla criminalita' organizzata. I casalesi e i camorristi in generale, non hanno un solo telefono su cui parlare ma ne hanno 20/30 e che utilizzano per piccoli Sms. Eventuali conversazioni vengono tenute in luoghi privati, dove appunto sono fondamentali le intercettazioni ambientali". Lotta ai Casalesi: prossimo obiettivo? "Indubbiamente la cattura di Iovine e Zagaria. Va anche recisa la parte economico imprenditoriale della struttura camorristica, che riesce a mantenere il controllo di una parte dell'economia legale: e' questo il vero pericolo dei Casalesi che come la mafia s'inserisce negli appalti pubblici". Napoli, Caserta la Campania: e' poi cosi' difficile viverci e lavorarci? "C'e' un controllo camorristico mafioso che in altre parti d'Italia, da Roma in su, non c'e'. La camorra come la mafia si muovono come il grande imprenditore del mercato: vanno dove c'e' possibilita' di inserirsi per il massimo profitto".
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