CASERTA, 15 GIUGNO 2010 — Immaginate di investire sedici milioni di euro in un’opera che rischia di essere venduta a perfetti sconosciuti. E’ questa la situazione che ormai da tempo caratterizza il sito Borbonico della Reggia di Carditello, nel comune di San Tammaro. Oltre 55 mila metri quadri di tenuta principesca risalente al Settecento, realizzata da Francesco Collecini, miglior allievo del Vanvitelli. A lanciare l’allarme è Alessandro Manna, presidente dell’associazione «Siti Reali», che ha organizzato nella tenuta che fu dei Borbone un’iniziativa sulla questione ormai decennale dell’abbandono e del destino del sito. «E’ già grave che questa struttura sia permanentemente chiusa al pubblico— dice Manna— ma ancor più grave è il rischio che la Reggia finisca all’asta». Un rischio che aleggia sull’immobile di proprietà del Consorzio di Bonifica del Volturno indebitato per circa 25 milioni di euro con l’ex Banco di Napoli che, oggi, attraverso la società controllata Sga, preposta appunto a riscuotere i crediti accumulati negli anni dal Banco, aveva provveduto ad avviare una procedura di esecuzione immobiliare forzata al tribunale di Caserta.
A peggiorare la situazione qualche mese fa sempre la Sga aveva messo all’asta il credito. Una soluzione che, al momento, sembra non aver avuto continuità grazie al provvidenziale intervento della Camera di Commercio di Caserta che, unico ente, ha offerto nove milioni di euro. E’ pur vero, però, che a scongiurare la vendita all’asta del bene doveva provvedere la Regione Campania che con la Finanziaria del 2007, all’articolo 31 comma 19, stabiliva l’acquisto di Carditello con tre stanziamenti rateali annuali da quantificare attraverso una stima che lo stesso ente avrebbe dovuto realizzare. Ma che, come aggiunge Manna, «Non esiste. Si è parlato di un valore che si aggira attorno ai 15 o 20milioni di euro».
Ma Palazzo Santa Lucia sembra abbia, oltre a non curare di fatto l’acquisizione della proprietà, provveduto nel marzo 2010, poco prima di fine mandato, a stanziare per attività e progetti di restauro e valorizzazione da sviluppare proprio per il Real Sito di Carditello circa sedici milioni di euro, come recitano ben due delibere. Ignorando totalmente la questione della proprietà che risulta essere, invece, il nodo cruciale della questione. Perché con la messa all’asta del debito da parte della Sga esiste il rischio che beni mobili ed immobili del Consorzio, tra i quali la Reggia, finiscano tra i beni soggetti a rivalse degli acquirenti. Ciò vorrebbe dire che la nuova giunta si troverebbe ad affrontare una situazione quanto mai anomala: da un canto un capitale investito per un bene comune, dall’altro un immobile che potrebbe essere di propietà privata. La paura è che, essendo a due passi da Casal di Principe — conclude Manna— esiste anche il rischio di ritrovarci con acquirenti ambigui». (Corriere del Mezzogiorno)
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