CASERTA, 15 GIUGNO 2010 - C'é più di una analogia tra l'arresto di oggi di Nicola Schiavone, e quello del padre Francesco, detto Sandokan. Quest'ultimo dopo anni di latitanza ed una lunga scia di sangue nella guerra con Antonio Bardellino, Vincenzo De Falco e Mario Iovine, fu arrestato, l'11 luglio del 1998 in un covo bunker sotterraneo dalla Dia di Napoli, in un blitz diretto dall'allora vice questore, Guido Longo, l'attuale questore di Caserta, che ha, questa volta, coordinato l'operazione portata a termine da agenti della Squadra Mobile di Caserta e della sede staccata di Casal di Principe, nel villino rifugio del primogenito del boss. Tra gli hobby di padre e figlio la pittura. Nel bunker sotterraneo di Sandokan, oltre ad una collezione di libri su Napoleone, Guido Longo e gli altri uomini della Dia trovarono tavolozze con dipinti di Cristo e di Napoleone. Oggi il nuovo capo della Squadra Mobile di Caserta, Angelo Morabito, solo da ieri nel suo nuovo incarico, ed il collega di Casal di principe, vice questore Alessandro Tocco, hanno scoperto che una delle stanze del lussuoso villino, messogli a disposizione da due amici, era adibito a studio di pittura. Nicola Schiavone, a differenza del padre, mancato studente in medicina prima di diventare il numero uno della criminalità organizzata casertana, amava dipingere in prevalenza paesaggi ma anche figure femminili.
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