CASERTA, 8 GIUGNO 2010 - La camorra mangiava anche a due passi da piazza dei Martiri, cuore del salotto buono di Napoli. Lo rivela l'operazione messa a segno questa mattina della Dia partenopea e dal comando provinciale di carabinieri di Caserta: le forze dell'ordine hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni intestati a fiancheggiatori del killer Giuseppe Setola, tra i quali l’intero patrimonio di una società che gestiva un ristorante a via Cappella Vecchia : «Segnale evidente - sottolinea la Dia - dell’ingerenza del clan dei casalesi anche in rinomate zone del capoluogo partenopeo». Gli immobili posti sotto sequestro sono per lo più strutture turistico-alberghiere ubicate, oltre che a Napoli centro, anche nella zona di Giugliano.
Il ristorante sequestrato a Napoli, in esecuzione del decreto emesso dal gip partenopeo su richiesta della Dda, è «La taverna del giullare», locale attualmente chiuso che si trova al secondo piano di un edificio di via Cappella Vecchia, a due passi da piazza dei Martiri, una delle zone più esclusive della città. Tra i beni che gli uomini della Dia hanno sottratto alla disponibilità del clan dei casalesi, figura inoltre un campeggio nella zona di Licola dove, è emerso dalle indagini, il gruppo di killer che faceva capo a Giuseppe Setola, si riuniva per pianificare gli omicidi. Dal campeggio, in particolare, il commando partì nel giugno del 2008 per assassinare Raffaele Granata, titolare di un lido balneare e padre del sindaco di Crispano, punito per aver denunciato un’estorsione.
I beni sequestrati cautelativamente farebbero capo a Loran John Perham, arrestato a Mignano Montelungo nel settembre dello scorso anno, e ai fratelli Russo, che aiutarono il killer stragista nel periodo della sua latitanza. Il valore complessivo è di circa dieci milioni di euro.
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