CASAL DI PRINCIPE (Caserta) / STRASBURGO, 18 MAGGIO 2010 - La Corte europea dei diritti dell'uomo ha oggi condannato l'Italia per non aver concesso un "equo processo" ad Alberto Ogaristi, pregiudicato, ritenuto affiliato al "clan dei casalesi" e condannato all'ergastolo per omicidio nell'ambito di una faida tra due gruppi. L'uomo, in carcere dal 2007, è stato poi riconosciuto innocente. Ogaristi, spiega la Corte europea, è stato condannato all'ergastolo solamente sulla base di quanto dichiarato da un testimone che gli avvocati della difesa non hanno mai potuto interrogare. Secondo i giudici di Strasburgo che hanno stabilito che al presunto camorrista, poi riconosciuto innocente, dovranno essere versati 15 mila euro perché ha subito "un torto morale certo", il modo più appropriato di rimediare alla violazione é di sottoporre l'uomo a un nuovo procedimento giudiziario, "in tempi utili e rispettando le regole di un equo processo". Che Alberto Ogaristi sia ingiustamente in carcere, perché innocente, lo hanno accertato le stesse autorità italiane che nel 2009 hanno arrestato i veri colpevoli dell'omicidio e tentato omicidio avvenuti, in un agguato, la sera del 18 febbraio del 2002 a Villa Literno. Tuttavia, la Corte d'Appello di Perugia, l'ultima a cui è stato domandato di pronunciarsi in merito alla riapertura del processo, ha stabilito che ciò non potrà avvenire fino alla condanna definitiva dei veri colpevoli.
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