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SCUOLA FORENSE, TRIBUTARIA. INDAGINI FISCALI, COL. IADAROLA (g.d.f.) FRA RELATOR


SATA MARIA CAPUA VETERE, CASERTA 27 APRILE 2010 - (di Ferdinando Terlizzi<7I>) - Un qualificato uditorio (oltre 100 avvocati e commercialisti) ha seguito ieri, con vivo interesse, alla lezione del Ten. Colonnello Michele Iadarola, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caserta, nell’ambito del Corso di perfezionamento e di formazione per magistrati tributari che si sta svolgendo presso la Scuola di Formazione Forense di S. Maria C.V., presieduta dall’avvocato Elio Sticco, sotto l’egida del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria di Roma. Assente l’altra relatrice, la Dottoressa Antonella Cantiello, P.M. della Procura sammaritana perché impegnata a Isernia per l’insediamento del Dr. Paolo Albano, già Procuratore Aggiunto a S. Maria C.V,. ed ora assegnato alla Procura di Isernia. Il Dr. Pasquale Menditto, Presidente della Commissione Tributaria Regionale di Napoli – il vero animatore del corso – ha preso la parola presentando ai convenuti l’illustre oratore. Il Ten. Col. Iadarola ha esordito dicendo che – “A seguito delle nuove disposizioni impartite dal Ministero – è cambiato l’approccio con il contribuente per le attività di verifica e niente più blitz traumatici” . Ha spiegato poi che la G.d.F non è impegnata soltanto nella ricerca di evasori fiscali ma anche in altre importanti attività giudiziarie ( ha citato per tutte l’ultima indagine sull’inquinamento ambientale dei Regi Lagni ) e che il Nucleo da lui diretto ha una competenza per effettuare verifiche su aziende che hanno un volume di affari superiore ai 5 milioni di Euro. Quindi le aziende che hanno un volume inferiore vengono controllate dalle rispettive compagnie competenti per territorio. “Non sempre, però – ha spiegato il Ten. Col. Iadarola – “i grandi volumi di affari significano grandi evasioni fiscali. Infatti le aziende che hanno un rilevante fatturato, con investimenti notevoli, non sono sempre portate all’evasione, sia per difendere la propria immagine e sia perché hanno una perfetta organizzazione amministrativa nella cura della contabilità. Presso queste aziende è difficile trovare la famosa “contabilità in nero”. Con una chiara dialettica e forbita oratoria, il Ten. Col. Iadarola, ha poi illustrato le fasi della verifica fiscale. “I fatti più rilevanti - ha detto – “sono quelli bancari, quelli che risultano mai movimenti dei conti, non ci affezioniamo ai cosiddetti “pizzini”, cioè ai documenti non ufficiali, che spesso possono essere fuorvianti”. A questo punto ci è stato un intervento del Dr. Menditto che ( spesso ha posto domande provocatorie, alle quali il Ten. Colonnello Iadarola ha risposta con garbo e signorilità) ha annunciato la nascita del Massimario della Commissione Tributaria di Caserta, mentre è già in distribuzione quello cartaceo della Regione Campania. Ha ripreso poi la parola il T.C. Iadarola, il quale, nel corso della sua lezione, durata oltre due ore, ha spiegato, per sommi capi, gli obiettivi principali che si pone la G.d.F. nel corso di una verifica. “Facciamo la fotografia dell’azienda al primo approccio, delle sue attività aziendali, con un occhio particolare ai bilanci e ai movimenti bancari. Siamo particolarmente attenti per le aziende che usufruiscono dei contributi Comunitari settore nel quale, purtroppo spesso vi sono frodi miliardarie. Nel corso del nostro lavoro – (la G.d.F. presegue il bene pubblico )– ci atteniamo alle disposizioni di legge che sono state formalizzate per il contrasto alla criminalità economica nell’evasione fiscale sempre però con il massimo rispetto dello Statuto del Contribuente. Alla domanda provocatoria di Menditto: ”Ma come scegliete le aziende da verificare… una bella mattina vi alzate e decidete?”. “Nient’affatto – ha risposto il T.C. Iadarola – “l’attività di verifica è un’attività di iniziativa su “imput” di altre parti. Rientrano nella nostra programmazione annuale che stabiliscono il corso degli interventi a livello nazionale, che poi viene ripartito dai comandi regionali a quelli provinciali. Il criterio adottato è quello di verificare in modo cronologico l’elenco delle visite già effettuate. Sono in genere 60 i soggetti che ogni anno dobbiamo verificare. Ma spesso ci facciamo guidare anche dalle nostre banche dati le quali ci forniscono un indice di pericolosità fiscale. Altri obiettivi sono indirizzati verso soggetti che non sono mai stati verificati, oppure verso quelli che, risultano recidivi in quanto denunciati per fatture inesistenti”. Il Dr. Menditto ha poi spiegato che il funzionario dell’Agenzia delle Entrate oggi riceve un premio di produzione sul ricavato ( prima lo otteneva sull’entità del tributo evaso). Io aggiungo che disconoscevo tale disposizione e che quindi – sotto certi aspetti – l’accertamento della G.d.F offre maggiori garanzie. E il tutto spiega anche perché, spesso, si verifica un assurdo accanimento da parte del funzionario delle Entrate contro il contribuente ritenuto evasore. Il T.C. Iadarola ha poi spiegato che il loro lavoro è frutto di una attività di “intelligence” e che, per esempio, una azienda non potrà essere sottoposta a verifiche sia dalla G.d.F che dalla Agenzia delle Entrate. Come pure ha ribadito che nel rispetto dello Statuto del Contribuente la verifica viene effettuata nella sede indicata dallo stesso. E’ stata poi illustrata la fase finale del verbale di verifica ed in questa occasione – con l’intervento di alcuni dei presenti – è prevalsa la tesi, condivisa dallo stesso illustre oratore, che è opportuno ai fini dell’instaurarsi di un valido contraddittorio, esibire i documenti a discarico senza alcuna riserva successiva. E’ stato poi accennato all’onere della prova e a chi spetta dimostrare i vari movimenti transitati nella contabilità ( spetta al contribuente ). Il T.C. Iadarola ha poi intrattenuto gli astanti, con dotte argomentazioni, sulle fasi di indagini nei confronti dei presta nomi, sulle diverse differenze per l’approccio al segreto bancario (“Non esiste una legge sul segreto bancario che lo giustifica e che ne chiarisca i termini anche se la Suprema Corte di Cassazione in una decisione lo ha riconosciuto in una consuetudine storica”) e sull’esigenza di essere autorizzati dai superiori ( Comandante Regionale e Direttore Generale delle Entrate ) per accedere a tali delicati e sensibili dati. L’alto ufficiale, avviandosi alla conclusione, ha evidenziato che le autorizzazioni e le richieste per gli accessi bancari sono tutte a livello informatico ma che tuttavia riguardano esclusivamente rapporti bancari dal 2005 in poi. L’ufficiale Iadarola si è molto soffermato sulla delicatezza e complessità delle indagini sui conti correnti delle persone indiziate per interposizione fittizia, sulla estendibilità delle indagini finanziarie ai soggetti terzi ( spetta alla G.d.F di dimostrare la interposizione fittizia ) specialmente nella lotta alla criminalità organizzata. Anche le società Fiduciarie possono essere oggetto di indagini come tutti i soggetti inseriti nell’anagrafe tributaria. L’illustre relatore ha parlato infine degli acquisti e delle vendite in nero, della “tracciabilità” dei pagamenti, dei risvolti penali delle verifiche fiscali sempre con le autorizzazioni dei magistrati della Procura ( “non abbiamo magistrati di riferimento”) ma ci atteniamo agli ordini. A chiusura, la Dottoressa Giuliana D’Auria, in rappresentanza dei Giudici Tributari della Campania, ha consegnato al T.C. Michele Iadarola una pergamena di riconoscimento. Intanto, domani, 28 aprile, gli avvocati Elio Sticco, Patrizia Cianni, Carlo Maria Palmiero, Bruno Giannico e Vera Sticco, interverranno al Seminario indetto dall’Ordine degli Avvocati e dalla Camera Civile sul tema: “Mediazione delle controversie civili e commerciali – risoluzioni alternative”. La partecipazione all’incontro attribuirà 3 crediti formativi.

 
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