CASERTA, 19 MARZO 2010 - Grandi obesi: la richiesta di interventi chirurgici salvavita aumenta ogni anno del 40% e parallelamente si allungano le liste di attesa. Niente cicatrici, le tecniche sono sempre più raffinate e la chirurgia mininvasiva - quattro o cinque fori sull'addome, del diametro di poco più di un centimetro - permette di eseguire interventi in laparoscopia che consentono al paziente di essere dimesso anche dopo quattro giorni. Come un 40enne, ex superobeso come la moglie. I due coniugi sono stati operati all' ospedale "Cardarelli" di Napoli e insieme - in un anno - hanno perso circa 200 chili. L'incremento delle richieste di chirurgia bariatrica è emerso dal convegno sull'obesità organizzato a Caserta - nella sala convegno degli ufficiali della caserma "Ferrari Orsi" - dall'equipe del centro di Chirurgia dell'obesità del Cardarelli. L'equipe è guidata dal dottor Emilio Manno e coordinata dal primario Maurizio De Palma, direttore dell'Unità operativa complessa di chirurgia generale ad indirizzo endocrinologico. Titolo del convegno, moderato dal giornalista Michele Giordano, vicedirettore del quotidiano Metropolis: "Grasso è bello? L'obesità tra ideologia e malattia". Hanno svolto relazioni il dottor Manno, anche in rappresentanza del primario De Palma; il dottor Andrea Tondini, gastroenterologo-dietologo dell'Asl Na2; il dottor Francesco Villa, psichiatra dell'Asl Na1, consulente del Centro di chirurgia dell'obesità; il dottor Maurizio Grillo, dirigente medico, componente dell'equipe del dottor Manno. Il tipo di intervento salvavita dipende da una molteplicità di fattori: peso, stili di vita, età, patologie. Si possono eseguire: bendaggio plastico, resezione gastrica, by pass gastrico e diviersione biliopancreatica. In molti casi, quando l'indice di massa corporea (rapporto peso-altezza) è superiore a 38, l'intervento chirurgico rappresenta l'unica strada per salvare il paziente. "L'obesità è una patologia che compromette non soltanto il fisico, ma anche la psiche del paziente - ha spiegato il dottor Manno - e il medico deve instaurare un rapporto empatico con il soggetto per convincerlo ad affrontare il percorso di cura che può portare, in casi gravi, alla soluzione chirurgica". L'equipe del Cardarelli ha operato l'anno scorso una paziente campana di 300 chili, Carmelina, della quale è stata mostrata una testimonianza video durante il convegno. E' intervenuto direttamente, invece, un altro paziente, , ex superobeso come la moglie. Un quarantenne che pesava 210 chili, ed è sceso sotto i cento.
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