La provincia di Caserta, un tempo ricca per insediamenti agricoli in particolar modo, ma anche di medie realtà produttive industriali, venne a giusta ragione denominata Terra di Lavoro che oggi, paradossalmente, sembra contraddittoria in sé essendo il casertano inserito nell’ elenco delle province a maggior tasso di disoccupazione giovanile.
Non che non vi siano realtà imprenditoriali e produttive, tutt’altro. Proprio la disoccupazione fa sì che il costo del lavoro in provincia di Caserta sia tra i più bassi.
Come spiegare questo dato quasi in controtendenza?
In merito il consigliere regionale di Fi, Paolo Romano oltre a spiegare simile trend negativo interviene stigmatizzando l’atteggiamento di alcune realtà produttive ed industriali presenti sul territorio di Capua ma che di nessuna sensibile e rilevante ricaduta sul piano occupazionale beneficia la cittadina.
«Purtroppo è vero. La provincia di Caserta è catalogata tra le zone ‘rosse’ interessate dal problema della disoccupazione giovanile che tocca percentuali davvero elevate. Si rileva che il dato diventa ancor più preoccupante se si osserva il fiorire di investimenti da parte di imprenditori; a detti investimenti, però, non corrisponde un seppur lieve incremento dell’occupazione. La provincia di Caserta, dunque, viene utilizzata in maniera a dir poco speculare nel senso che, approfittando del basso costo del lavoro si investe ma senza ricaduta occupazionale locale».
Il riferimento, a titolo di esempio tutto negativo ma anche di condanna, va da parte dell’onorevole Paolo Romano a quelle realtà produttive che insistono sul territorio del comune di Capua senza che i cittadini, pur subendone l’impatto ambientale che pure arrecano, possano trarne vantaggi occupazionali.
«Il comune di Capua, attraverso l’atteggiamento di grande apertura del sindaco Pasca, i cui meriti in tal senso vanno riconosciuti, ha posto in essere rilievi di grande disponibilità nei confronti delle grosse presenze imprenditoriali quali Cira (Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali) e Dsm - che si occupa di produzioni farmaceutiche – attraverso gli approvandi progetti Pip (piani di insediamento produttivo). Da parte dei vertici aziendali, però, mai è corrisposto similare atteggiamento. Mi riferisco ad una maggiore incisività occupazionale che potrebbero avere sulla città di Capua. Pochi, pochissimi sono coloro, cittadini di Capua, occupati in simili enormi realtà. Val bene la pena citare il Cira che è conosciuto a livello internazionale. Ebbene, che si sappia, non incide in alcun modo sull’occupazione capuana; e non paga l’atteggiamento assunto nel denunciare carenza di specifiche intelligenze e professionalità da impiagare. Perché non è così. Stesso discorso per il Dsm. Solo la Pierrel ha sempre impostato la propria strategia produttiva facendo forza, innanzitutto, sulle energie lavorative capuane».
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