RAVENNA, 18 FEBBRAIO 2010 - Uno si era spacciato medico e l'altro imprenditore svizzero. E con quelle identità fasulle nel maggio 2007 erano riusciti a truffare 30 mila euro al parroco di Sant'Antonio, frazione alle porte di Ravenna. Con questa accusa Aldo Verde, 68 anni, originario di Cesa (Caserta) ma residente a San Lazzaro di Savena (Bologna) e Rosario Riccobene, 62 anni, nato a Napoli ma residente a Portomaggiore (Ferrara), sono stati rinviati a giudizio per sostituzione di persona e truffa in concorso. Processo al via il 24 giugno davanti al Tribunale monocratico di Ravenna. Secondo il decreto di citazione, tutto è cominciato quando Riccobene, spacciandosi per medico, contattò il prete per dirgli che aveva per lui alcuni cimeli religiosi e un libretto di risparmi con 5.000 euro appartenuti alla devota e defunta sorella. I due si erano dati appuntamento il giorno dopo in ospedale a Ravenna per fissare tutti i dettagli. Poco dopo era arrivato Verde dicendosi imprenditore svizzero alla ricerca di un certo dottor Martinelli - il quale durante la guerra, a suo dire, gli aveva salvato il padre - per donargli 80 mila euro. Ma aveva saputo che quel Martinelli era morto. I soldi - aveva deciso lo svizzero - potevano andare al sacerdote a patto che dimostrasse di essere cattolico e di avere un conto adatto per ricevere l' importante donazione. Una finta telefonata a un notaio aveva chiuso la trattativa. Poi l'ultima mossa: con la berlina blu dello svizzero, i due avevano portano il prete a prelevare i 30 mila euro (prova di un conto cospicuo), quindi erano spariti con il contante.
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