MODENA, 12 febbrai 2010 - E' stato chiesto dalla procura di Modena il rinvio a giudizio nei confronti di due professionisti, accusati di aver truffato diverse banche a Carpi facendosi erogare mutui per l'acquisto di case, per oltre 700mila euro, tra il gennaio e il dicembre 2007. L.C., imprenditore 33enne originario di San Cipriano d'Aversa (Caserta) e M.F., 42enne titolare di un'agenzia immobiliare di Carpi, secondo gli inquirenti sarebbero riusciti a raggirare gli istituti bancari affidandosi a dei prestanome nullatenenti che venivano fatti figurare come acquirenti di appartamenti. Sono durate circa due anni le indagini nei confronti dei due da parte della polizia di Carpi. L'inchiesta ha avuto inizio a fine 2007, quando nel corso di un'altra indagine sul 33enne casertano, in passato segretario carpigiano e vice segretario regionale dell'Udeur, l'uomo venne trovato in possesso di una busta paga falsa, oltre alla ricevuta di deposito per l'acquisto di un immobile intestata a un tossicomane pluripregiudicato. La polizia scoprì presto che diversi nullatenenti in contatto con il campano risultavano intestatari di abitazioni acquistate di recente. Come hanno appurato gli inquirenti, i due indagati dapprima reperivano immobili di modesto valore a Carpi, specialmente in via Lago di Bolsena e via Etna. Si sarebbero poi procurati perizie di stima superiori al reale valore delle abitazioni, approfittando del fatto che in quel periodo, per mutui fino a 100mila euro, era sufficiente una autocertificazione dei clienti per l'erogazione del mutuo. L'agenzia immobiliare del 42enne passava poi a istruire le pratiche del mutuo presso le banche, che nella maggior parte accordavano le richieste di finanziamento. A quel punto i due uomini, pagandoli qualche migliaio di euro, facevano entrare in gioco i nullatenenti (sono risultati quattro, tre tossicodipendenti e un nomade) che figuravano acquirenti fittizi degli immobili. Per renderli credibili, la coppia avrebbe falsificato buste paga, contratti di assunzione e modelli Cud intestati a loro. I contratti di mutuo e di compravendita sono stati poi stipulati avvalendosi di due notai che però risultano estranei all'indagine. Ottenuti i finanziamenti, venivano pagate solo le prime rate dei mutui per le abitazioni. Solo successivamente le banche, andate in sofferenza, si sono rese conto della liquidità nulla dei quattro acquirenti, e del valore gonfiato delle abitazioni. Tra gli istituti truffati risultano l'Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e Unipol Banca. Secondo gli inquirenti, al netto del denaro versato a venditori, notai e prestanome, nelle tasche dei due indagati sarebbero rimasti 250mila euro. La polizia si dice però sicura del fatto che il raggiro sia stato più vasto. Invita perciò i venditori di immobili di Carpi, che nel triennio 2006-2008 abbiano ceduto case del valore di circa 100mila euro e con mutui ipotecari ad acquirenti visti solo in occasione del rogito, a contattarla. Nessuna responsabilità - precisa il commissariato carpigiano - può essere attribuita a questi venditori.
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