"Le questure e le prefetture devono adoperarsi, con ogni mezzo, per risolvere la condizione di palese ambiguità e ingiustizia che caratterizza l'emergenza immigrati a Napoli ed in Campania". Ne è convinta la Cgil che, in una nota diffusa dalla segreteria regionale e da quella dell'area metropolitana, ricorda che "a 16 mesi dall'entrata in vigore della legge Bossi-Fini, nella nostra regione, in particolare a Napoli e Caserta, migliaia di immigrati attendono ancora una risposta definitiva sulle procedure di regolarizzazione: si tratta di richieste al momento respinte per motivi spesso controversi". "La maggior parte dei dinieghi - ricorda la Cgil - riguarda, infatti, casi in cui la persona straniera ha presentato un contratto di lavoro concesso da datori senza scrupoli a fronte del pagamento di ingenti somme di denaro: un ricatto dunque, agito nei confronti di soggetti deboli e senza diritti". "Noi riteniamo - aggiunge la Cgil - che le istituzioni e in particolar modo le questure e le prefetture, debbano adoperarsi con ogni mezzo, anche nell'interlocuzione con il ministero dell'Interno, per risolvere quanto prima una condizione di palese ambiguità ed ingiustizia. Infatti la legge Bossi-Fini, notoriamente ad ispirazione costrittiva e contraddittoria, produce di fatto il paradosso di condannare ad una infinita clandestinità quanti, richiedendo il permesso di soggiorno, hanno espresso la conclamata volontà di uscire dalla condizione di irregolarità alla quale erano costretti dall¿abuso di un mercato del lavoro illegale". "Ciò palesemente - conclude la Cgil - non giova né alle persone immigrate, né al contesto sociale dei territori in cui vivono, né al percorso di legalità che si intende compiere. E' per queste ragioni che comprendiamo e solidarizziamo con quanti manifestano da giorni perché i diritti e le richieste di questi lavoratori immigrati non vengano disattesi. La Cgil si attiverà in tutte le sedi possibili per chiedere soluzioni ai problemi denunciati".
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