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INCHIESTA ARPAC: LADY MASTELLA STA MALE, SI SCONGIURI UN CASO TORTORA


CASERTA, 2 DICEMBRE 2009 - "Non vorremmo dover assistere ad un nuovo caso Tortora". Con questa frase il portavoce di Sandra Lonardo Mastella ha annunciato oggi che la presidente del Consiglio regionale della Campania "sta cominciando a non stare bene, si sta ammalando, seriamente". La moglie di Clemente Mastella vive a Roma perché non può dimorare in Campania e in alcune province limitrofe su disposizione della magistratura che ha emesso nei suoi confronti la misura cautelare nell'ambito di un'inchiesta sull'Arpac, l'agenzia dell'ambiente della Campania. "Oggi la situazione clinica è improvvisamente precipitata - ha detto il portavoce della Lonardo, Alberto Borrelli - al punto che è stata chiamata l'ambulanza e si è ipotizzato il ricovero in ospedale. Indubbiamente questo suo stato di salute è in stretta relazione con quanto le sta capitando. Per ora, i medici, che la tengono sotto stretta osservazione, hanno ritenuto di poter soprassedere al ricoverò". La Lonardo sarebbe stata colpita da un malore. "La presidente - ha aggiunto Borrelli - sta vivendo uno stato di profonda tensione. Non riesce a capacitarsi del perché debba rimanere lontana da casa e dal lavoro. Non ci sono davvero motivi. Non ci sono accuse specifiche. Niente di niente. Eppure deve stare lì. Una situazione di incredibile ed insostenibile ingiustizia. Siamo tutti molto preoccupati, oltre che profondamente amareggiati". La Lonardo sarà processata, la prima udienza è fissata per il 15 febbraio prossimo, dalla undicesima sezione del tribunale di Napoli per una presunta concussione ai danni del direttore di una azienda ospedaliera di Caserta. La vicenda giudiziaria è una tranche di una inchiesta avviata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), che portò nel gennaio dello scorso anno al coinvolgimento dell'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella provocando la repentina caduta del governo Prodi. Una indagine, poi trasferita a Napoli per competenza territoriale, in cui veniva designato un quadro di condizionamenti per incarichi e appalti che vedeva protagonisti esponenti di primo piano e amministratori locali dell'Udeur. "Sono assolutamente certa - aveva detto la Lonardo dopo la richiesta di rinvio a giudizio - che la mia completa estraneità troverà piena dimostrazione nel dibattimento. Dagli atti emergono solo millanterie ed episodi riferiti da terze persone". Il capo di imputazione contestato alla Lonardo si riferisce a presunte pressioni esercitate nei confronti di Annunziata, direttore generale dell'azienda ospedaliera San Sebastiano di Caserta, che si sarebbe rifiutato di dare incarichi di primari e dirigenti di professionisti vicini all'Udeur.

 
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