In Italia è boom del racket dei cavalli: per l'effetto 'mucca pazza' il consumo di carne equina é cresciuto di circa il 40% e le organizzazioni criminali si adeguano. Ogni anno vengono rubati almeno 5mila esemplari, spesso destinati al mercato della macellazione clandestina. Lo rivela il 'Rapporto Ecomafia 2004' di Legambiente, che denuncia anche il ricorso a farmaci proibiti per dopare gli animali e i traffici di derrate alimentari che non dovrebbero raggiungere il mercato. Una vera e propria "mafia di campagna", scrive Legambiente, che si manifesta in varie forme e per la quale i numeri danno il senso della gravità del fenomeno: 228.253 i reati accertati nel 2002 e 39.787 gli arresti. Al primo posto, per numero di reati, i furti di attrezzature e mezzi agricoli (accompagnati spesso dalla richiesta di un riscatto, il cosiddetto 'cavallo di ritorno'), seguiti dal racket, dal furto di animali, dai furti di prodotti agricoli, in quantitativi ingenti e direttamente dalle piante. "Un assalto - si afferma nel rapporto Ecomafia - che ha come vittime centinaia di migliaia di agricoltori italiani, troppo spesso abbandonati al loro destino. E che vede di nuovo in alcuni territori funestati dal fenomeno dell'ecomafia, come la provincia di Caserta e quella di Napoli, veri e propri 'epicentri' di queste attività illecite". Sempre in tema di fauna, secondo Legambiente, resta assai diffuso il fenomeno del bracconaggio, come dimostra l'Operazione pettirosso, condotta dal Nucleo operativo antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato: in 45 giorni di indagini, lungo le valli bresciane e del bergamasco, sono state denunciate 102 persone, sequestrati 4.239 archetti e trappole, 157 reti. Le prede sono sempre le stesse (pettirossi, allodole, fringuelli, scriccioli) piccoli volatili catturati illegalmente che alimentano un ricco mercato: un piatto, con il gusto del proibito, di 'polenta e osei' può costare anche 40 euro; un archetto, appena 15 centesimi
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