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COSENTINO: 'RESTO AL MIO POSTO'. AMAREGGIATO PER COMPORTAMENTO BOCCHINO


CASERTA, 18 novembre 2009 - “Resto al mio posto, l’unico che può decidere è il presidente Berlusconi sul mio destino personale ma anche della regione Campania. Sono sicuro che deciderà sentito il territorio campano e i parlamentari eletti della Campania perché sono quelli che in prima linea ogni giorno combattono questi malgoverni della sinistra che durano da 15 anni”. Lo dice Nicola Cosentino, parlando della sua posizione di sottosegretario e dell'ipotesi di candidatura alla presidenza della regione Campania, al termine dell'audizione in giunta per le autorizzazioni della Camera. Più tardi, nell’aula della Camera, impegnata nel voto di fiducia sul decreto Ronchi, Cosentino incrocia per un breve saluto il premier Silvio Berlusconi. Il quale però dribbla in Transatlantico le domande dei cronisti sulla mozione di sfiducia nei confronti di Cosentino, sponsorizzata o quantomeno considerata con attenzione da ex esponenti di An quali Italo Bocchino e Fabio Granata: “Non interverrò, su questo non intendo intervenire assolutamente”. Cosentino dice di non essersi sorpreso per la posizione assunta da Bocchino: “Non mi ha sorpreso perché dentro la componente di alleanza nazionale sta venendo fuori un’anima meno garantista”. Posizione poi sfumata dal sottosegretario, che in tema di garantismo rileva “note stonate” nel Pdl. “Certo da un punto di vista umano - aggiunge Cosentino riferendosi ancora a Bocchino - mi è dispiaciuto che Italo che proviene da quel territorio e che conosce me, la mia storia e la mia famiglia, abbia potuto in qualche modo dire che sta ancora valutando di votare, qualora venisse presentata, una mozione di sfiducia”. Cosentino si è detto poi certo che il provvedimento di custodia cautelare – semmai dovesse mantenere la canditatura ed essere eletto alla guida della Camapania - “certamente sarà cassato nei diversi gradi di valutazione: c’è il tribunale del riesame, c’è la Cassazione e c’è ancora da decidere politicamente la vicenda che riguarda le candidature campane”. Per le candidature alle regionali “ci sarà comunque una decisione politica”, sottolinea Cosentino che ribadisce di godere dell’“ampia solidarietà” di Berlusconi a cui ha illustrato “l’infondatezza delle accuse che mi sono state mosse”. Cosentino ha spiegato che la giunta, che è convocata per mercoledì prossimo, valuterà la prossima settimana la sua vicenda. “Ho presentato una memoria dalla quale viene fuori la mia totale estraneità ai fatti” dice il sottosegretario che ha giudicato “positive” le domande che gli sono state poste dai membri dell’opposizione in quanto tese al chiarimento dei fatti. “Contro di me non c’è un fumus persecutionis, ma c’è un fumone – ha commentato -. Il fumus persecutionis è nei fatti: io vengo praticamente indagato dal 1994 senza che ne venissi a conoscenza quando l’iscrizione nel registro degli indagati è solo dal febbraio 2009. La richiesta di carcerazione è del 17 febbraio, resta quindi in sospeso nove mesi: guarda caso scatta proprio quando si sta discutendo delle candidature in Campania”. Cosentino lamenta inoltre che dall’ordinanza con la richiesta d’arresto la sua memoria è “stata omessa in tutto o in parte e non sono stati motivati alcuni punti che ritengo decisivi nell’affermare la mia totale estraneità ai fatti”. “Ho chiesto più volte di essere ascoltato – aggiunge Cosentino - ma i pm della procura di Napoli hanno scelto il metodo di agire da soli muovendomi accuse infamanti: se mi avessero dato l’oppotunità di ascoltarmi oggi non staremmo qua”.

 
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