CASERTA, 16 NOVEMBRE 2009 - "Il primo caso che mi è stato prospettato quando mi sono insediato al comando provinciale dei carabinieri di Caserta, è stato l'omicidio di Bartolomeo Casparrino, il bidello di Vairano Patenora ucciso durante una rapina. Ed è stato questo l'obiettivo numero uno da raggiungere. Abbiamo parlato anche di camorra e delle primule rosse dei casalesi, ma era altrettanto importante risolvere un omicidio che aveva colpito così a fondo la comunità che si sentiva immune da simili episodi". Così il colonnello Crescenzio Nardone, commentando con i giornalisti l'arresto degli otto romeni, presunti responsdabili dell'omicidio del bidello Bartolomeo Casparrino, a margine della conferenza stampa, svoltasi nella Procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere (Caserta). "Avevamo - ha aggiunto - la necessità di uno sforzo collettivo che portasse ad una risposta efficace. E' stata una indagine lunga e difficile ma alla fine siamo riusciti a centrare l'obiettivo. Era dopotutto la risposta che i cittadini si attendevano dalla magistratura e dalle forze dell'ordine, perché sono questi i reati che incidono sulla coscienza delle persone". Della necessità di una risposta immediata dopo l'efferato delitto ha parlato anche il procuratore aggiunto, Luigi Gay. "Abbiamo ritenuto fin dal primo momento che il grave fatto di sangue di Vairano Patenora, necessitava di una risposta immediata, perché - ha spiegato - più immediata è la risposta e più il cittadino si sente tutelato".
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