CASERTA (Comunicato Comitato Pro-Università), 2 luglio 2009 - Sono 75 mila i cittadini casertani abilitati ad intervenire contro il pretestuoso tentativo di delegittimazione del nostro Padre Vescovo, rispetto al Suo impegno per l’Università di Caserta: quelli della raccolta firma pro università del ’91.
Per di piu’, sono migliaia i documenti, gli appelli, gli articoli, le petizioni, le iniziative varie, le denunce, le denunzie e gli atti raccolti nel nostro archivio che attestano l’assenza totale della <> nel periodo delle scelte che contano: quelle dal ’90 al ‘94.
Basta per questo rifarsi ad un articolo sulla stampa locale del 26.9.91 che denunciava << Ma in talune circostanze bisogna proprio schierarsi>> e concludeva <> per la latitanza delle istituzione e dei partiti,, concludiamo noi.
Aggiungiamo ai nostri commenti solo qualche altra ingenua domanda:
- Perché il Presidente della Giunta Regionale del tempo, Clemente di San Luca, invito’ in Regione il neo Vescovo Nogaro di Caserta in Regione ( che vi partecipo’ con testimoni oculari) e Lo sollecitò perché il Comune di Caserta avanzasse (non avendolo mai fatto) con delibera consiliare la propria disponibilità ad accogliere l’Università nascente per gemmazione?
- Perché ci vollero sei mesi – luglio ’91 - prima che questa delibera venisse adottata e quando lo fu, essa fu l’esatta copia del manifesto fatto affiggere dal movimento per l’Università a Caserta che la impose in un consiglio aperto?
- Perché, poi, i tanti appelli quotidiani di Nogaro, le giornaliere mobilitazioni cittadine – se non di popolo – fatte di cortei, di sit-in, di aspri incontri ministeriali con il Ministro Ruberti, le diffide extragiudiziali a sindaci e ministri, i coinvolgimenti prefettizi, le fiaccolate, i dibattiti televisivi, come a Samarcanda , le tante tavole rotonde e dibattiti pubblici fino all’esaltante raccolta, delle 75 mila firme?
- Perché tutte le attività didattiche della SUN partirono nei locali messi a disposizione dalla curia?
- Perché, ancora oggi, il Rettorato è allocato a Napoli e l’Università, dopo quasi vent’anni, conserva ancora il nome di Seconda università di Napoli’ pur dopo anni di costante lotta cittadina?
Il riserbo ed il previsto silenzio in merito del nostro Padre Vescovo ci costringono a far nostra l’amarezza e l’ingiusta sofferenza – che egli vive – per questo strano tentativo fuori dalla storia e dalla cronaca.
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