CASERTA, 2 luglio 2009 -Conslusa, in tarda mattinata, un'operazione di polizia, denominata 'Spartacus End' condotta dal personale della Dia di Napoli in collaborazione con il Nic della Polizia Penitenziaria, in esecuzione di provvedimenti cautelari emessi dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Dda, contro appartenenti al clan dei Casalesi, ritenuti responsabili di numerosi omicidi commessi dall'organizzazione camorristica casertana per ottenere il controllo del territorio negli ultimi anni. Come sottolineano gli investigatori, i provvedimenti cautelari, emessi in seguito a una complessa attivita' d'indagine supportata anche "da convergenti dichiarazioni fornite da importanti collaboratori di giustizia", hanno fatto luce su 7 omicidi commessi da appartenenti al clan dei casalesi in un periodo che va dal 1988 al 1991, anni di grande contrapposizione tra le famiglie per il controllo del territorio. Questi omicidi, infatti, si collocano, temporalmente, nel periodo immediatamente successivo all'eliminazione del capo storico del clan, Antonio Bardellino.
I delitti scoperti, sia riguardo al movente che agli autori, riguardano 7 omicidi commessi dal clan dei casalesi tra il 1988 ed il 1991 per favorire la leadership della diarchia Francesco Schiavone- Francesco Bidognetti. Tra gli omicidi, sottolinea la Dia, quello eccellente di Vincenzo De Falco, alias '''o fuggiasco'', e il quadruplice omicidio di appartenenti alla nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo.
I 12 arrestati (piu' due latitanti) vengono ritenuti esponenti del clan dei Casalesi. L'operazione, denominata 'Spartacus end' ha fatto luce su otto omicidi avvenuti nel casertano in un periodo di massima contrapposizione interna alla cosca dei Casalesi. Periodo che la Dda ha inquadrato in un arco di tempo che va dalla fine degli anni '80 alla fine degli anni '90, ovvero nel periodo immediatamente successivo all'eliminazione del capo dei capi dei casalesi, Antonio Bardellino, ucciso in Sudamerica dove si era rifugiato dal suo ex braccio destra Mario Iovine, negli anni successivi a sua volta eliminato. Ricordano i pm della Direzione distrettuale antimafia che nel maggio del '93 l'ex boss Carmine Schiavone e successivamente numerosi altri affiliati alla cosca dei Casalesi "iniziarono un importante percorso collaborativo con la giustizia, contribuendo a squarciare il velo dell'omerta' che ricopriva il clan dei Casalesi". Le loro dichiarazioni, poi verificate puntualmente con riscontri oggettivi, consentirono di assicurare alla giustizia nel corso delle operazioni Spartacus 1, 2 e 3 circa 800 persone tra capi ed affiliati al clan dei Casalesi.
L'operazione 'Spartacus end' rappresenta la parte conclusiva dei risultati investigativi, culminati con la sentenza 'Spartacus' emessa il 15 settembre del 2005 dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) confermata dalla Corte di Assise e di Appello di Napoli, nella parte che riguarda le imputazioni per i reati di omicidio e per quelli ad essi connessi. Per quanto riguarda invece il reato di associazione mafiosa, il processo di appello ancora non ha avuto inizio. Gli omicidi scoperti che hanno portato agli arresti avvenuti all'alba di oggi, furono eseguiti allo scopo di attuare "un preciso disegno criminoso -spiega il procuratore aggiunto e coordinatore della Dda Federico Casiero De Raho- legato all'evoluzione ed alla affermazione del clan dei Casalesi nei confronti delle altre organizzazioni criminali, ovvero alle dinamiche criminali maturate all'interno dello stesso clan". I primi omicidi sono legati alla eliminazione avvenuta nel maggio del 1988 di Antonio Bardellino che fu eliminato dagli stessi componenti del clan dei Casalesi che intendevano acquisire il predominio all'interno della cosca. L'eliminazione del boss fece seguito quella del nipote prediletto, candidato a diventare il capo dei Casalesi, Paride Salzillo, massacrato a Casal di Principe. Il cadavere di Salzillo non e' mai stato ritrovato. Il fratello di Paride Salzillo, Antonio scampo' alla morte, a seguito della strage di Casapesenna. Antono Salzillo e' stato ucciso invece 20 anni piu' tardi, il 6 marzo di quest'anno a Cancello Arnone (Caserta) mentre si trovava in compagnia di Clemente Prisco. I nuovi assetti dopo la morte di Bardellino prevedevano che l'organizzazione facesse capo a Francesco Schiavone detto 'Sandokan' da circa 11 anni in carcere ma ancora potente capoclan dei Casalesi. Con Schiavone ai vertici del clan si pose anche Francesco Bidognetti detto 'Cicciotto 'e mezzanotte', attualmente in carcere in regime di 41Bis e Vincenzo De Falco detto ''O fuggiasco', ucciso una quindicina di anni fa a Cascais in Portogallo mentre stava facendo una telefonata da una cabina.
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