CASERTA, 28 APRILE 2009 - Una rete capillare per corrompere amministratori locali, tecnici, funzionari e consulenti pubblici: tutto con lo scopo di ottenere il via libera alla costruzione di una centrale a biomasse a Pignataro Maggiore, nel Casertano, e un contributo pubblico di quasi 7 milioni di euro. E' questo il pentolone scoperchiato oggi dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) che ha emesso 23 ordinanze di custodia cautelare in tutta Italia. Le accuse vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla truffa in danno alla Regione Campania, alla corruzione di pubblici ufficiali, alla rivelazione di segreti di ufficio e alla realizzazione di falsità in atti pubblici. Avvisi di garanzia a diverse persone tra cui l'assessore alle attività produttive della Regione Campania Andrea Cozzolino, la cui candidatura alle Europee per il Pd è data per certa, e il capo della segreteria del presidente della regione Antonio Bassolino, Gianfranco Nappi. Entrambi hanno ricevuto l'avviso perché si potesse procedere alle perquisizioni dei loro uffici in Regione e si sono detti oggi "sereni e estranei ai fatti". L'inchiesta, denominata "Biopower", descrive un copione per molti versi simile a quella che ha coinvolto nei mesi scorsi a Napoli Alfredo Romeo: anche qui due imprenditori, Renzo Bracciali e Gianpiero Tombolillo, entrambi romani, sono accusati di aver elargito mazzette e promesse a politici e funzionari pubblici per ottenere vantaggi. Tutto gira intorno a un contributo di 6,8 milioni di euro della Regione per la costruzione della centrale di Pignataro, contributo che, alla fine, non è stato incassato, visto che la Biopower ha poi ottenuto un finanziamento della Unipol Merchant Bank. Bracciali e Tombolillo, oltre alle loro tre società, la Biopower spa, la Natural Energy srl e la Energethic srl, ne hanno anche una a San Marino, attraverso la quale confluivano centinaia di migliaia di euro da conti in Svizzera per finanziare il sistema di corruzione. Per ottenere il finanziamento regionale i due si appoggiavano a Vincenzo Guerriero, un dirigente della Regione, e Fulvio Scia, funzionario: quest'ultimo, in particolare, per 50.000 euro l'anno, rivelava a Tombolillo informazioni utili per orientare le sue strategie imprenditoriali. Un ex consulente della Regione, Eugenio Di Santo, si occupava invece di facilitare i rapporti politici con l'assessore Cozzolino, ricevendo in cambio 140.000 euro. Tutti i dipendenti della Regione coinvolti sono stati sospesi. La corruzione riguardava anche amministratori locali casertani, a cominciare da Francesco Capobianco, ex assessore alla provincia di Caserta e attuale consigliere comunale cittadino del Pd, che, in cambio di un "pacchetto" di posti di lavoro nella centrale, aveva convinto tra l'altro, un consigliere comunale di Pignataro Maggiore a non sostenere le proteste della popolazione contro la centrale. Soldi anche ai consiglieri di maggioranza tra cui Francesco D'Alonzo, che per appoggiare il progetto aveva ottenuto la sponsorizzazione della Biopower per la sua squadra di calcio, il Pignataro. La Guardia di Finanza ha perquisito oggi anche la casa del sindaco di Pignataro, Giorgio Magliocca. Bracciali e Tombolillo avevano anche eluso le norme antisismiche mettendo a libro paga due funzionari del Genio Civile che avevano permesso di aggirare il decreto 2008 in materia, facendo realizzare la centrale secondo le norme del 2005, più blande. I lavori per la costruzione della centrale a biomasse di Pignataro sono partiti un anno e mezzo fa. La centrale dovrebbe bruciare rifiuti selezionati per la produzione di energia. Come ristoro per i danni ambientali causati dalla centrale il Comune di Pignataro riceverà 300.000 euro all'anno per 30 anni.
I NOMI
Sono 23 le persone arrestate oggi su ordine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per l'operazione Biopower. In manette l'ex assessore provinciale di Caserta, e attuale consigliere comunale di Caserta, Franco Capobianco (agli arresti domiciliari); l'ingegnere Italo Verzillo, per aver redatto un certificato antisismico in base ad una legge del 2008 anziché del 2005; Franco D'Alonzo, consigliere di maggioranza del comune di Pignataro Maggiore; due imprenditori laziali: Renzo Bracciali e Giampaolo Tombolillo, titolari di tre società del settore, tra cui la Biopower; Vincenzo Guerriero e Fulvio Scia, del settore attività produttive della Regione Campania; Eugenio di Santo, ex consulente della Efi Campania, società 'in house' della Regione Campania; il funzionario della Regione Campania Giuseppe Ragucci; Giovanni e Tommaso Verrazzo, padre e figlio, imprenditori; Michele Testa e Mario Pasquariello, funzionari del Genio civile di Caserta; Renzo Fiorini di Roma; Giuseppe Esposito di Casoria (Napoli), assessore in carica ai Lavori Pubblici del Comune di S.Maria Capua Vetere (al quale stamattina é stato revocato l'incarico); i tecnici Gianluigi Fregosi (di Lecco) e Giacomo Scacciante (Vimodrone, Mi); tre tecnici progettisti delle società di Bracciali e Tombolillo: Giovanni Bassi, Marco Pietro Stella e Alessandro Salvini; un consulente del gruppo Bracciali, Silvia Fiorani (di Roma) e Margherita di Vincenzo.
SOLDI DA SAN MARINO. Centinaia di migliaia di euro nella Repubblica di San Marino pronti per corrompere funzionari pubblici e amministratori locali. Questo il 'forziere' dei due imprenditori laziali Renzo Bracciali e Gianpiero Tombolillo che attraverso una fitta rete di contatti avevano organizzato la tentata truffa ai danni della Regione Campania scoperta oggi dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). L'obiettivo era di intascare il contributo regionale di 6,8 milioni di euro per la costruzione della centrale a biomasse di Pignataro Maggiore (Caserta), eludendo anche i controlli antisismici della struttura non conforme a un decreto ministeriale del 2008. Per farlo i due imprenditori avevano pagato alcuni funzionari della Regione per ottenere una corsia preferenziale: Vincenzo Guerriero aveva ottenuto la promessa di lavoro nella costruzione della centrale per il figlio Francesco, mentre Fulvio Scia 25.000 euro l'anno. Corrotti anche alcuni consiglieri comunali di Pignataro Maggiore, tra cui, sottolinea la Procura, Francesco D'Alonzo che per votare a favore della costruzione della centrale, aveva ottenuto la sponsorizzazione della Biopower sulle maglie della squadra locale, il Pignataro Calcio.
IL RUOLO DI CAPOBIANCO SECONDO IL PM. Favori in cambio di posti di lavoro nella centrale a biomasse. Questa l'ipotesi accusatoria della Procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di Franco Capobianco, ex assessore alle attività produttive della Provincia di Caserta. Dalle risultanze dell'inchiesta sulla centrale di Pignataro Maggiore (Caserta), infatti emerge come l'ex assessore sia accusato, di "avere assicurato , per suo tramite, il sostegno pubblico ed amministrativo alla realizzazione della centrale a Pignataro Maggiore e di avere dissuaso un consigliere di minoranza del Comune di Pignataro, della sua stessa area politica, dalle proteste e dalle denunce pubbliche sulle modalità di autorizzazione della costruzione della centrale". Secondo quanto emerso dai dettagli dell'operazione "Biopower" della Guardia di Finanza di Caserta e della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Capobianco avrebbe in cambio accettato la promessa, fattagli da Tombolillo di assumere, su sua indicazione, personale in occasione dell'apertura della centrale. L'ex assessore è anche a accusato di avere ottenuto l'assunzione di un suo segnalato come consulente del gruppo di uno dei due imprenditori romani arrestati. Capobianco ha così conseguito accresciuto il suo consenso elettorale in coloro che avrebbero beneficiato delle assunzioni.
GENIO CIVILE.
Un ruolo importante nella tentata truffa alla Regione Campania, per la costruzione della Centrale di biomasse di Pignataro Maggiore, è stato svolto anche dal dirigente e dal funzionario del Genio Civile di Caserta, Michele Testa e Mario Pasquariello, che sono stati arrestati oggi perché avrebbero aiutato i due imprenditori laziali Bracciali e Tombolillo ad aggirare le normative antisismiche. I giudici li accusano di aver indotto in errore, così come ha spiegato il procuratore capo della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, nel corso della conferenza stampa, alcuni addetti alla ricezione dei depositi di documenti dello stesso Ente, facendogli falsamente attestare la conformità alla normativa antisismica prevista da un decreto ministeriale del 2008, di alcuni progetti relativi alla costruzione della centrale di Pignataro Maggiore. Il progetto è stato infatti realizzato secondo il parametro della normativa antisismica del 2005, meno restrittiva di quella deliberata tre anni dopo. I due dipendenti del Genio Civile sono accusati, altresì, anche di avere accettato, in cambio, la promessa di ricevere da Bracciali e Tombolillo, attraverso Giovanni Verazzo, un compenso di 100 mila euro.
|