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CASERTA, SCOMMESSE E CAMORRA: SEQUESTRATA SALA BINGO DI TEVEROLA


CASERTA - Le mani della camorra sul business del gioco. Sale bingo, centri di raccolta di scommesse sportive, videopoker e slot machine disseminati in ogni angolo della penisola: erano un investimento sicuro per clan della Campania (ma anche per cosche siciliane) e la gestione fruttava ingentissime somme di denaro consentendo anche di riciclare proventi illeciti. E' quanto emerge dall'inchiesta della Dda di Napoli che ha portato oggi all'esecuzione di 29 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di beni per oltre 150 milioni di euro. Sono stati arrestati anche tre carabinieri: uno per aver fornito informazioni riservate sul principale indagato e due per favoreggiamento di altri camorristi. Sotto sequestro sono finiti 100 immobili, 39 società commerciali, 23 ditte individuali, 104 autoveicoli, 140 tra quote societarie e conti correnti e soprattutto sale bingo (a Cassino, Milano viale Zara, Cernusco sul Naviglio, Lucca, Padova, Brescia, Cologno Monzese, Cremona, e in provincia di Caserta e Frosinone) nonché la società Betting 2000 la quale, come sottolineano gli inquirenti, sviluppa il più alto volume di affari nel settore delle scommesse sportive. L'operazione della Guardia di Finanza (Comando provinciale di Napoli e Scico) - coordinata dai pm Ardituro, Del Gaudio, Maresca e dal procuratore aggiunto Cafiero - è stata denominata Hermes ed ha visto impegnati oltre 500 militari. Le indagini hanno evidenziato il sistema per riciclare il denaro da parte di potenti clan camorristici come i Casalesi, i Misso, i Mazzarella e la cosca mafiosa dei Madonia. Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, gioco d'azzardo, illecita concorrenza con minacce e violenza, interposizione fittizia nella titolarità di beni e aziende. Tutto ruota intorno alla figura di Renato Grasso, latitante, un personaggio di spicco già condannato negli anni '90 per legami con i clan di Portici e di Fuorigrotta e nel maggio scorso destinatario di una ordinanza di custodia con l'accusa dir essere socio di Mario Iovine, detto Rififi, della fazione Iovine dei Casalesi. L'uomo aveva maturato una forte esperienza nel settore della gestione illecita dei videopoker e delle new solt, una attività in cui ha detenuto praticamente per anni il monopolio in alleanza con quasi tutti i principali clan di Napoli e della provincia, sbaragliando la concorrenza grazie alla forza di intimidazione delle cosche. La sua "competenza" in materia è stata necessaria alla camorra napoletana, ai Casalesi e alla mafia siciliana che, anche grazie - come spiegano gli inquirenti - ai nuovi indirizzi politico-legislativi decisi a partire dal 2000 hanno approfittato dell'espansione del mercato dei giochi per reinvestire i proventi illeciti. La rete di Grasso è stata impegnata per riciclare i soldi di provenienza criminale in tre settori: il bingo, raccolta di scommesse sportive, e le cosiddette new slots. Per gestire questi settori si è utilizzato il classico sistema delle società a scatole cinesi, ovvero l'uso di prestanome con la fedina penale immacolata dietro ai quali si nascondevano gli uomini della mala. Denaro che veniva ripulito e che per chi investiva diventava un fruttuoso avvenimento, visto che alle cosche Grasso versava puntualmente una sorta di 'royalty''. I carabinieri arrestati sono un maresciallo del Ros di Napoli che avrebbe rivelato informazioni riservate sul conto di Grasso, e due militari della stazione di Casal di Principe accusati di favoreggiamento nei confronti di esponenti dei Casalesi. Gli arresti sono stati eseguiti dai militari dell'Arma in seguito ad indagini condotte dal Ros. (27 aprile 2009)

Le reazioni Il senatore del Pdl Giuseppe Esposito esprime in una nota "viva soddisfazione per le operazioni condotte dalle forze dell'ordine e dalla magistratura che oggi hanno portato all'arresto di numerosi esponenti della camorra, tra i quali anche appartenenti al famigerato clan dei Casalesi". "L'azione svolta dalla Dda e dai militari è fondamentale - conclude il vicepresidente del Copasir - per disarticolare organizzazioni criminali che hanno il controllo di settori che fruttano alla malavita milioni di euro. E' necessario continuare sulla strada del controllo e della prevenzione a 360° gradi". Soddisfazione "per l'imponente operazione condotta da magistratura e forze dell'ordine che ha portato oggi a numerosi arresti in diverse Regioni d'Italia per reati legati al riciclaggio di denaro nel settore del gioco e delle scommesse". La esprime Pina Picierno, responsabile Legalità del Partito democratico. "L'operazione - aggiunge - colpisce duramente vari clan camorristici, fra cui quello dei Casalesi, portando al sequestro di beni per oltre 150 milioni di euro. Il riciclaggio di denaro sporco è un aspetto centrale nell'azione della criminalità organizzata, che fonda il proprio impero su illecite operazioni economiche e imprenditoriali diffuse in tutto il territorio nazionale. Per questo è di fondamentale importanza il risultato raggiunto oggi dalla magistratura e dalle forze dell'ordine". (27 aprile 2009)































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