CASERTA - Cordiale, affabile, disponibile ma soprattutto deciso a proseguire l’impegno contro il crimine organizzato (e non solo) del quale è uno dei massimi esperti anche per la sua esperienza nella Direzione investigativa antimafia. E’ apparso così, ieri, ai giornalisti e ai suoi collaboratori di piazza Vanvitelli, il nuovo questore di Caserta, Guido Longo, a margine della cerimonia del suo insediamento, svoltasi nel cortile della Questura, alla presenza del capo della Polizia, Antonio Manganelli. Longo, l'11 luglio del 1998, catturò, dopo una latitanza di cinque anni, Francesco Schiavone, detto Sandokan, scovato nel suo rifugio bunker di Casal di Principe, ritenuto ancora a capo della cosca. «Non sono abituato a fare proclami ma soltanto a parlare a cose fatte», ha spiegato nel corso dell’incontro. Per il nuovo questore, l’attenzione sul crimine organizzato è importante ma ci sono anche altri aspetti da tenere sotto controllo in una terra difficile come quella di alcune zone della provincia di Caserta. Il neo questore si è soffermato su alcuni aspetti della lotta al crimine, evidenziano come sia importante il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine ma anche puntare le indagini su agli aspetti legati al riciclaggio ai patrimoni acquisiti illecitamente. «Il clan dei Casalesi non è cambiato molto rispetto alla fine degli anni Novanta, quando ho avuto modo di operare nel territorio casertano, come responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. La cosca è agguerrita come sempre – ha concluso - e occorre che polizia, carabinieri e guardia di finanza, continuino a contrastarla in maniera sempre più efficace». (dal Corriere del Mezzogiorno.it)
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