CASERTA - "Come ho sempre sostenuto, è arrivata, purtroppo, la diffida formale del Consiglio dei Ministri alla Campania e questo tra 15 giorni determinerà con tutta probabilità il commissariamento della sanità regionale. Non era difficile prevedere questo scenario, avendo io da tempo studiato i conti che segnalano buchi ed incongruenze notevoli. Ora diventa indispensabile uno scatto d'orgoglio del centrosinistra e naturalmente Montemarano con i direttori generali che più di altri hanno causato lo sfascio devono fare un passo indietro". Lo afferma il capogruppo di An in Consiglio regionale Enzo Rivellini, componente delle commissioni Bilancio e Sanità. "Andare in aula ad approvare o meno il piano ospedaliero 'lacrime e sangue', continuare a far pagare per i prossimi 30 anni le più alte tasse regionali ai campani per ripianare debiti dovuti alla cattiva gestione - secondo Rivellini - è un vero e proprio schiaffo che la Campania non merita, soprattutto se non si rimuovono i responsabili dello sfascio. Bassolino non tema il fatto che Montemarano possa condizionare (come si dice nei corridoi) 5 consiglieri regionali e 7 consiglieri comunali a Napoli e proceda alla sua sostituzione visto che l'assessore prima da dirigente, poi da direttore generale dell'Asl Na 1 ed infine da titolare della sanità regionale ha prodotto un debito che, forse, non è nemmeno certificabile". "Fra qualche giorno - sostiene l'esponente di An - scade il mandato del direttore generale dell'Asl Caserta 1 Bottino e potrebbe essere quello il pretesto per avviare un rinnovamento radicale del management sanitario. Questo almeno per dare un senso di cambiamento che motivi la nostra comunità regionale a cui vengono chiesti nuovi sacrifici. Senza paragonare le persone né i fatti, ma solo a titolo esemplificativo, mi chiedo: si poteva chiedere agli azionisti Parmalat di continuare a comprare i bond dell'azienda nel pieno del crac economico e permettendo che a dirigere la società rimanesse Tanzi?". "Allo stesso modo - conclude Rivellini - non credo sia possibile chiedere ai campani di pagare le più alte tasse d'Italia, senza assicurare un minimo di assistenza e mentre l'attore principale della sanità degli ultimi anni, con il suo management, resta ancora in sella". (14 novembre 2008)
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