ROMA - La presidente del Consiglio regionale della Campania, Sandra Lonardo, non merita alcun risarcimento per ingiusta detenzione in relazione alla accusa di tentata concussione nei confronti del direttore generale della Asl di Caserta Luigi Annunziata in quanto ha abusato dei suoi poteri per far nominare "persone di propria fiducia nel campo sanitario" al fine di "rafforzare la presenza" dell'Udeur "nelle istituzioni pubbliche, perpetuando una politica di occupazione e di spartizione clientelare secondo criteri di appartenenza politica e non di competenza tecnica". Lo sottolinea la Cassazione nella sentenza 33843, depositata oggi, nella quali spiega perché lo scorso 19 giugno ha rigettato il ricorso della Lonardo, moglie del leader dell'Udeur Clemente Mastella (anche lui coinvolto in questo procedimento), che contestava la sussistenza degli indizi di colpevolezza necessari ad emettere provvedimenti cautelari. In particolare, secondo i supremi giudici, correttamente il tribunale di Napoli ha individuato nell'interpellanza consiliare con la quale il gruppo Udeur metteva in dubbio la regolarità della nomina di Annunziata, come una "risposta alle condotte del manager che non aveva ottemperato ai 'dictat' del partito". Secondo Piazza Cavour, il rinvio della discussione dell'interpellanza deciso dalla Lonardo aveva la "vera funzione di mettere alla prova l'Annunziata" per farlo sottostare alla "indebita interferenza nelle sue competenze", spingendolo a nominare due primari graditi alla Lonardo. (25 agosto 2008)
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