Colpire al cuore i clan potenziando lo strumento della confisca dei beni per metterli subito, ''al massimo in sei mesi'', a disposizione della collettivita'. Le parole del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, risuonano in un luogo simbolo: la villa del boss dei Casalesi Francesco Schiavone, detto Sandokan, trasformata in un 'Parco della legalita'', inaugurato oggi a Casal di Principe (Caserta) con il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. La residenza del boss e' diventata un teatro-auditorium di 180 posti: l'anno prossimo ospitera' anche qualche puntata del Festival del Teatro Italia. E' qui che Maroni e Bassolino hanno firmato un protocollo d'intesa per la destinazione a fini sociali e produttivi dei beni confiscati alla criminalita' organizzata in Campania. ''Inizia - ha detto il ministro dell'Interno - una stagione nuova di impegno piu' incisivo contro le mafie. Non bastano proclami, servono atti concreti per dimostrare che lo Stato reagisce con determinazione e colpisce i mafiosi nei loro patrimoni confiscandoli e mettendoli a disposizione della collettivita' in tempi brevi''. Non basta, ha sottolineato, ''confiscarli e farli rimanere inutilizzati: bisogna renderli subito disponibili ai cittadini per dimostrare che lo Stato non e' impotente e va fino in fondo''. In proposito il ministro ha ricordato che le norme contenute nel pacchetto sicurezza rendono piu' efficaci le confische e il riuso dei beni, mentre il disegno di legge che sara' esaminato a settembre prevedra' l'istituzione dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati. Maroni ha poi fatto appello alla societa' civile. Gli sforzi delle istituzioni, ha affermato, ''non sono sufficienti senza il sostegno dei cittadini onesti: dobbiamo combattere insieme questa battaglia di liberta' e giustizia''. In apertura anche il messaggio - inviato al consorzio Agrorinasce, che ha curato il Parco - del Capo dello Stato: ''I progetti di riqualificazione sociale e riconversione produttiva dei patrimoni confiscati ai sodalizi criminosi contribuiscono alla valorizzazione del lavoro svolto dalla Magistratura e dalle Forze dell'Ordine e rappresentano un forte messaggio simbolico per la collettivita' '', dice. Bassolino ha invece insistito sulla ''importanza della intesa fra istituzioni di segno politico diverso'', e ''fra il nord e il sud del Paese'': ''Mafia e camorra puntano sulle divisioni, lo Stato deve fare sistema''. Inoltre, ''per la prima volta il clan dei Casalesi e la camorra in Campania sono veramente in grande difficolta''. Soddisfatto anche il prefetto d Napoli Alessandro Pansa: ''La legalita' e' un concetto che ha bisogno di essere toccato con mano, cosi' si puo' recuperare in modo adeguato il rapporto con questo territorio, proponendo standard opposti rispetto a quello che la camorra vorrebbe imporre''. L'Alto commissario per i beni confiscati, Antonio Maruccia, ha citato i 1032 beni confiscati alla criminalita' organizzata in Italia, dal novembre 2007 al giugno 2008: ''Una ricchezza restituita al Paese e alla societa' civile''. E la societa' civile, oggi, a Casale c'era. Gennaro Diana riceve una targa in memoria del figlio, il parroco ucciso dai clan nel 1994, 'don Peppino'; c'e' chi osserva dal balcone le istituzioni sfilare, e diverse persone arrivano al cancello, protestano: ''Ci hanno cacciato: non dicano poi che la gente non c'e', perche' qui siamo tutti camorristi''. Un bimbo di 8 anni, attende Maroni: ''Faro' il carabiniere''. Perche'? ''Cosi' avro' la pistola''. (31 luglio 2008)
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