Sedici nuovi casi di epatite A negli ultimi cinque mesi. Li ha registrati nel proprio territorio il servizio di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl Caserta 2. Si tratta di un valore "superiore rispetto alle attese - si legge in una nota diffusa dall'azienda sanitaria - e che colpisce prevalentemente due aree geografiche: quella di Aversa e quella del litorale domizio, nella zona di Mondragone e Castelvolturno. L'ipotesi più verosimile alla base della diffusione della malattia al momento è un consumo di frutti di mare crudi o poco cotti, modalità con cui si può contrarre l'epatite A. Il dipartimento di Prevenzione della Asl ha intensificato i controlli presso i rivenditori e eventuali punti di distribuzione e vendita dei frutti di mare non autorizzati, nonché delle altre possibili, anche se rare, modalità di trasmissione quali eventuali fonti di acque di pozzo contaminate. "Negli ultimi decenni nella nostra regione ogni 4-5 anni si é registrato un aumento dei casi di epatite A - conferma il direttore del dipartimento di prevenzione, Pasquale Campanile Castaldo - quasi sempre causato dall'assunzione di frutti di mare non certificati, ingeriti crudi o poco cotti". "E' utile sottolineare - afferma il dottor Angelo D'Argenzio, epidemiologo della Asl - che la presenza di rifiuti domestici per le strade non è riconosciuta tra le possibili cause di diffusione di malattia". Per evitare di contrarre l'epatite A è necessario usare alcune semplici precauzioni: lavare le mani prima e dopo il contatto con persone ammalate di epatite A, acquistare frutti di mare di origine controllata, conservati in retino e non in acqua, presso le abituali rivendite autorizzate, consumare gli stessi dopo averli cotti bene ed a lungo, evitare di bere acqua di pozzo non controllata. (18 luglio 2008)
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