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VARCAUTRO, OMICIDIO AL LIDO: PER FRATELLO, VITTIMA LASCIATO SOLO


"Lo scriva, i Granata sono una famiglia per bene: non ci siamo mai piegati ne' ci piegheremo mai ai ricatti dei criminali, e non troveremo pace fino a quando non sara' fatta giustizia per la morte di mio fratello". Cosi' Mario Granata in un'intervista a "La Stampa" sull'omicidio del fratello Raffaele, 70 anni, ucciso venerdi' da due killer della camorra fra i bagnanti del suo stabilimento balnerare perche' si era rifutato di pagare il pizzo. Gia' nel 1992 lui e altri titolari di stabilimenti del litorale casertano avevano fatto arrestare chi, all'epoca, li taglieggiava. "I taglieggiatori si sono fatti vivi per l'ultima volta una decina di giorni fa - racconta ancora Granata - Gente senza vergogna, personaggi conosciuti perche' sono di qui, di Calvizzano. Sappiamo i loro soprannomi, li abbiamo dati ai carabinieri. Dicevano che erano venuti per conto di un clan di Castel Volturno. Raffaele li ha affrontati, li ha cacciati malamente. Li ha insultati e minacciati: 'Se non sparite subito vi mando via a botte'. Se ne sono andati immediatamente. Dopo la lite Raffaele ha cercato di non dare a vedere d'essere preoccupato, anche se negli ultimi giorni si era fatto taciturno e pensieroso. Quando qualcuno di noi manifestava il timore di una rappresaglia, rispondeva con un'alzata di spalle: 'Non me ne frega niente, non mollo neanche se mi ammazzano'. Ecco, l'hanno ammazzato". (13 luglio 2008)

 
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