Una frode nel commercio e nella distribuzione del gasolio è stata scoperta dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Undici le persone raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare (7 in carcere e 4 ai domiciliari) e 98 gli iscritti nel registro degli indagati. I reati vanno dall'associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di oli minerali, al falso in atto pubblico, alla truffa ai danni dello Stato, al trasporto di merce con documentazione falsa o irregoare. Nell'operazione `Free diesel 2', che fa seguito a quella condotta lo scorso mese di gennaio che portò all'arresto di 8 persone e al sequestro di numerose società, hanno preso parte oltre 100 finanzieri. L'indagine ha accertato che sono stati oltre 14 milioni i litri di gasolio di contrabbando smerciati con un danno all'Erario quantificato in circa 8 milioni di euro. Sequestrate anche 5 società operanti nel commercio all'ingrosso di prodotti petroliferi, 750mila litri di gasolio, 25 autobotti, 74 cisterne, 30 colonnine contraffatte e 92 pistole erogatrici per un valore complessivo di 30 milioni di euro. Sotto sequestro anche 11 distributori stradali di Napoli, della provincia partenopea, dell'Avellinese, del Casertano , del Salernitano e di Latina. L'inchiesta ha fatto luce su un agguerrito sodalizio criminoso composto prevalentemente dai gestori di numerose società della Campania e del Lazio, responsabili di aver commercializzato milioni di gasolio simulando la vendita a soggetti beneficiari di agevolazioni fiscali. Al centro della frode due società di Volla, nel Napoletano, la `Pa.Gi. Carburanti Srl' e la `Pa.Gi. Trasporti Srl', entrambe gestite da un unico amministratore, Giuseppe Paparo, 41 anni che, attraverso numerose consegne illecite erano riuscite a mettere in piedi un vero e proprio commercio parallelo di gasolio di contrabbando. A Paparo, ritenuto dagli inquirenti la vera e propria `mente' dell'associazione criminale, sono state sequestrate anche alcune auto di lusso tra cui due Ferrari, una Mercedes e una Bmw di grossa cilindrata che si ritiene possano essere il rivestimento dei profitti ottenuti illecitamente. (10 luglio 2008)
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