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PERICOLO AMIANTO: SIGILLI ALL'EX VAVID DI PASTORANO


Caserta - Quando la legge che ha messo al bando il pericoloso amianto è entrata in vigore (1992), per l’ex Vavid, fabbrica di ceramiche alle porte di Capua, iniziava il lento declino: licenziamenti, difficoltà nella produzione e, alla fine, il fallimento. Per anni, gli operai che vi hanno lavorato sono stati esposti a rischio del pericoloso materiale ma, ironia della sorte, la legge è arrivata quando da lì sono andati via. Lunedì scorso, a distanza di oltre dieci anni dalla dismissione dello stabilimento lasciato da tempo nel degrado più assoluto, è arrivato il sequestro dell’area disposto dall’autorità giudiziaria e per il quale si attende la convalida del gip del tribunale. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri di Vitulazio e dai funzionari del dipartimento di Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro del distretto di Santa Maria Capua Vetere dell’Asl Caserta 2 i quali avrebbero rilevato un’alta concentrazione di amianto. E’ l’epilogo di una serie di sopralluoghi sull’area in questione a seguito dei quali, più volte, sono state sollecitate le opportune bonifiche. L’ex Vavid è stata acquistata di recente all’asta da alcuni imprenditori attivi nel settore dei trasporti ma il provvedimento di sequestro, va precisato, è stato notificato alla vecchia proprietà: una società con sede legale a Milano ed un referente in provincia di Caserta. Sotto accusa i 65 mila metri quadrati di copertura realizzata in eternit a fibre di amianto che sovrasta un capannone ma anche rifiuti di vario genere: all’esame del dipartimento anche un piccolo corso d’acqua sospetto. In passato, oltre alle denunce, il caso Vavid è stato sollevato anche da un interrogazione parlamentare di un deputato di Terra di Lavoro.

 
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