Un'altra perizia per capire se il bimbo che accusò il suo maestro elementare, è idoneo a testimoniare. Lo ha disposto la VI sezione collegiale del tribunale di Roma, innanzi al quale è cominciato oggi il processo all'insegnante, M.R., di 43 anni, originario di Capua della scuola elementare 'Alberto Manzi', accusato di violenza sessuale aggravata e continuata. Nella prossima udienza, che si terrà il 21 febbraio prossimo, verrà conferito l'incarico ad un neuropsichiatra infantile, e saranno ascoltati i primi testi citati dal pm Anna Maria Teresa Gregori: il preside dell'istituto comprensivo di via del Pigneto, un collega dell'imputato, ed il padre del piccolo. Agli atti il rappresentante dell'ufficio dell'accusa - secondo il difensore - Michele Gentiloni Silverij - non aveva inserito le dichiarazioni del bimbo, che aveva all'epoca dei fatti 10 anni. Secondo la Procura, l'uomo avrebbe approfittato durante la pausa della ricreazione del piccolo, baciandolo e obbligandolo a succhiargli un dito. I fatti sarebbero avvenuti, tra settembre del 2006 e febbraio di quest'anno, per almeno 6 o 7 volte. L'avvocato Silverij ha spiegato: "Mi ha sorpreso l'assoluta fiducia nella giustizia del mio assistito, che è da tempo sospeso dall'incarico". A parere del penalista durante l'istruttoria i compagni di classe del piccolo, ascoltati in un teatro parrocchiale, non hanno mai confermato le accuse. (18 dicembre 2007-12:12)
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