Quattro algerini fermati, un quinto arrestato sulla base di una ordinanza di custodia. E' il primo bilancio di una operazione, tuttora in corso, dei carabinieri dei Ros e dei Comandi provinciali di Vicenza e Caserta sul Gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento. Si tratta di un'organizzazione algerina indicata tra le più pericolose del fondamentalismo islamico e in collegamento con Al Qaida. L'inchiesta - coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti e dal pm Michele Del Prete - riguarda una vasta attività di procacciamento di armi e di documenti falsi, reclutamento di affiliati, di raccolta di finanziamenti per il sostegno finanziario e l'assistenza legale. Illeciti organizzati nell'ambito della jihad, la guerra santa islamica, su più fronti: l'Afghanistan, il Medio Oriente, la Cecenia e l'Algeria. A svolgere una intensa attività di proselitismo con la predicazione per la guerra santa sarebbero stati due imam, in Campania e in Veneto. La struttura del Gspc - il gruppo salafita - è inserita dal maggio 2002 nella lista del Consiglio dell'unione Europea dei soggetti affiliati ad Al Qaida, stilata sulla base di tre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. E il gruppo di ispirazione sunnita risulta la principale formazione terrorista nel mirino della nostra intelligence, come emerse nel 2002 durante un'audizione del ministro dell'Interno davanti al Comitato parlamentare per il controllo sui servizi segreti. I carabinieri hanno fermato Kamal Guendoz, 30 anni, residente a Briano (Caserta), Djelloui Halimi, 43, e Abdelkader Toiubal, 36, entrambi residenti a Vicenza, e hanno arrestato Mohammed Bemameur, 36, catturato a San Severo, in provincia di Foggia. Tra i reati ipotizzati l'associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi nel quadro di una più vasta indagine. Sono 28 infatti le richieste di ordinanze di custodia cautelare avanzate dalla sezione antiterrorismo della procura di Napoli. Il 16 gennaio scorso i carabinieri eseguirono sette perquisizioni in Campania e in Veneto e tre arresti limitatamente ai reati di ricettazione e falsificazione di documenti. Gli investigatori hanno rinvenuto video che documenta l'addestramento dei militanti e manuali per l'attività di proselitismo e dove sono illustrate tecniche per gli attentati. La formazione salafita è da diversi anni al centro di indagini dei carabinieri. A Napoli il 12 febbraio prossimo si svolgerà l'udienza preliminare a carico di una dozzina di presunti affiliati alla rete algerina 'Esilio e Anatema' implicata in traffico di documenti falsi e armi destinate alla "guerra santa" nelle aree calde del fondamentalismo islamico. Ma tra i reati contestati alla cellula napoletana figura anche l'omicidio di un algerino avvenuto a Pozzuoli, in provincia di Napoli, ed eliminato secondo gli inquirenti per aver commesso uno "sgarro" nei confronti di un esponente dell'organizzazione. Sui dettagli dell'inchiesta viene mantenuto il riserbo da parte degli inquirenti, ma si prevedono sviluppi imminenti.
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