Caserta - Domani 22 agosto si svolgerà nella seconda sezione del tribunale civile di Napoli (presidente Bobbio) l’udienza per il reclamo opposto all’ordinanza che decretava la chiusura della discarica lo Uttaro. I magistrati dovranno pronunciarsi per segnare le sorti del ex sito Mastropietro e di tutta l’area lo Uttaro che già nel 2005 si sarebbe dovuta bonificare e mettere in sicurezza. Un pronunciamento importante e atteso da mesi, dal Comitato e dai residenti del villaggio Saint Gobain, rappresentati dall’avvocato Luigi Adinolfi. Ben sette le motivazioni accolte nella prima udienza dalla giudice Fausta Como che vale la pena ricordare:__ mancanza di misure idonee che non rappresentino un danno alla salute ambientale, alcun cenno nel protocollo d’intesa sulla sicurezza dell’impianto, la scelta del sito basata sulla fretta e l’emergenza rappresenta una soluzione a discapito della salute pubblica, il sito è assolutamente inidoneo in quanto è inquinato, le acque di falda sono tutte inquinate, i rifiuti conferiti non sono smaltibili in discarica in quanto pericolosi, la discarica si è attrezzata sui rifiuti abbancati. Di fronte ad argomentazioni che trovano fondamento nel fumus boni iuris e periculum in mora, vale a dire nella legittimazione dei ricorrenti che rischiano il danno, si era certi che nessuna richiesta di sospensiva dell’ordinanza di chiusura della discarica potesse essere accolta. Purtroppo non è andata così su reclamo del Commissario di governo la discarica lo Uttaro è stata aperta dopo ventiquattro ore. Una manciata di ore usate strumentalmente per costruire l’ennesima emergenza innescando la psicosi del cumulo di rifiuti per strada. A cinque ore dalla chiusura dello Uttaro era già crisi turistica del litorale domitio a causa dei rifiuti ristagnanti in vicinanza dei lidi. A sentire gli amministratori locali e il Commissario di governo la discarica lo Uttaro appariva come il miracolo regionale. Cosa ci aspettiamo dall’udienza di domani? Una bella domanda! E’ da premettere che siamo semplici cittadini, armati esclusivamente dal senso civico, che loro malgrado si contrappongono a quelle figure istituzionali che in deroga ai diritti dell’uomo sanciti dalla Costituzione italiana hanno deciso di aumentare l’inquinamento nella nostra provincia già gravemente inquinata. Se dovessimo avere ragione se il giudizio dei giudici della seconda sezione dovesse confermare l’ordinanza della giudice Como, significherebbe per noi e per tutti quei cittadini costretti a patire il tanfo dei rifiuti credere ancora in qualcosa o qualcuno. Ma tale gratificazione non servirà ad alleviare quella sensazione di tristezza data dalla realtà. La discarica è quasi piena. Nell’area Saint Gobain al limite della falda acquifera hanno ammassato tonnellate di rifiuti pericolosi che ci stanno inquinando e neanche mille ordinanze possono cambiare questa contingenza. Il danno è fatto e non si può pensare che chi l’ha causato possa godere dell’immunità penale. E’ ai responsabili che bisogna volgere lo sguardo affinchè si ravvedano i futuri decisori politici amministrativi dal fare scelte a danno della salute pubblica. Gli stessi responsabili dell’apertura della discarica lo Uttaro non lasciano intravedere un’alternativa alle discariche o un sito in ampliamento così come deciso nel protocollo d’intesa. Dove avverrà questo ampliamento quale sarà la prossima cava che si andrà a riempire di immondizia tritovagliata? Quali sono gli interventi in atto per fronteggiare l’emergenza dopo la chiusura dello Uttaro che potrebbe avvenire con la conferma dell’ordinanza o con la chiusura per esaurimento, ma che comunque è imminente. Noi ci auguriamo che dietro questo accanimento sullo Uttaro non ci sia un disegno prestabilito o mire più ampie indirizzate all’attiguo sito Mastroianni. (21 agosto 2007-21:07)
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