Castelvolturno (Caserta) - "Due fari luminosi sono sbucati dal nulla e subito dopo c'é stato lo scontro frontale". Così Ciro Filippone, che era alla guida della Punto con la sua famiglia, racconta al fratello Giovanni gli ultimi istanti prima dell'impatto che è costato la vita alla figlia di tre mesi. Ciro Filippone lavora in un cantiere navale a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Le sue ferie sono iniziate proprio ieri e la famiglia aveva organizzato una gita fuori porta sul litorale domizio. Il fratello Giovanni ha reagito con un gesto di stizza alla notizia che il conducente della Nissan Micra che ha provocato l'impatto non è in pericolo di vita: "Non mi fido della legge perché non sempre riesce a fare giustizia. Abbiamo perso nostro padre dieci anni fa in un incidente sul lavoro e il processo è ancora in corso". Giovanni ribadisce che l'auto guidata da suo fratello andava molto piano al momento dello scontro: "La polizia stradale ci ha confermato che non andava oltre i 40 chilometri orari". Giovanni spiega anche che sua nipote di 16 anni viaggiava in auto con gli zii perché aveva chiesto ai genitori di stare assieme ai bambini durante il ritorno a Napoli. Nell'altra auto viaggiavano i genitori di Ciro e sua sorella con il marito. Sono stati loro i primi a soccorrere i loro parenti: "Mio cognato - conclude Giovanni - ha preso mia nipote dalla macchina, la piccola Angela, e l'ha portata in ospedale".
L'immigrato arrestato nel 2003
Roy Jacobson, il liberiano di 31 anni che ieri sera, alla guida di un auto sotto gli effetti di stupefacenti ha provocato l'incidente nel quale é morta Annalisa Filippone, aveva ottenuto oltre quattro anni fa il permesso di soggiorno. Nel 2003 l'extracomunitario era stato arrestato insieme con un nigeriano per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Era stato successivamente scarcerato e si trova in attesa del processo, insieme con il complice nigeriano, che dovrà essere celebrato davanti ai giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, alla ripresa dell'attività, dopo la sessione feriale. La zona di Castelvolturno è diventata negli ultimi anni un crocevia del traffico di droga, controllato non solo dalla camorra casertana, ed in particolare dal clan dei Casalesi, ma anche da organizzazioni straniere, composte in prevalenza da nigeriani, ma anche da immigrati della Liberia. (13 agosto 2007-19:20)
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