Caserta - Il Gruppo della Guardia di Finanza di Aversa (Caserta) ed il Nucleo Polizia Tributaria di Trento hanno concluso due distinte indagini iniziate rispettivamente ad Aversa e a Trento nel 2004 che, riunite poi in un unico procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno permesso di sgominare cinque strutture criminali radicate sui territori di Napoli e Caserta. I sodalizi erano dediti alla produzione, al contrabbando ed alla commercializzazione di capi di abbigliamento abilmente contraffatti ed avevano come mercati di riferimento la Campania, la Lombardia, il Trentino Alto-Adige, il Veneto, il Piemonte, l’Emilia Romagna e poi ancora Marche, Toscana e Sicilia.
Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati oltre 640.000 pezzi contraffatti, tra capi di abbigliamento, calzature ed accessori, per un valore di mercato di 44 milioni di euro.
Nella mattinata odierna sono state eseguite 25 ordinanze di custodia cautelare, di cui 13 in carcere. Altre 11 persone sono state raggiunte da misure cautelari dell’obbligo di dimora e dell’interdizione dall’esercizio di professioni. Nel mirino delle Fiamme Gialle, inoltre, 114 persone denunciate a piede libero.
Le operazioni vedono impegnati oltre 100 finanzieri in tutto il territorio nazionale.
L’attività delittuosa veniva perpetrata da vere e proprie aziende criminali a carattere trasnazionale che utilizzavano mezzi di trasporto, telefoni cellulari e schede GSM intestate a prestanomi per rendere difficoltosa l’identificazione degli effettivi responsabili, nonché società compiacenti o create ad hoc per dissimulare la contraffazione e l’illecita provenienza dei beni.
Le basi di approvvigionamento dei capi contraffatti erano essenzialmente la Romania, la Turchia e la Cina.
I sequestri operati hanno permesso di appurare come gli standard qualitativi ottenuti nella realizzazione dei capi di abbigliamento fossero in grado di mettere in seria difficoltà persino le case produttrici dei marchi che, per verificarne la genuinità, sono state costrette ad effettuare sofisticate perizie direttamente presso i loro laboratori.
L’elevata qualità realizzativa ha consentito quindi di utilizzare, per la commercializzazione dei capi, anche i canali ufficiali, traendo in inganno l’acquirente finale.
Tra i marchi contraffatti risultano, tra gli altri, Nike e Prada per le calzature Ralph Lauren, Fay, Fiat, Cavalli, Richmond, Guess, Fendi, Dolce & Gabbana Armani e Valentino per l’abbigliamento e gli accessori.
Punto di riferimento per l’introduzione della merce destinata al mercato italiano era la dogana di Napoli - Terra di Nola. Qui infatti, con la complicità di alcuni spedizionieri e la compiacenza di alcuni funzionari doganali i carichi illeciti riuscivano a superare i controlli senza alcuna difficoltà.
Dopo i primi sequestri operati dalle Fiamme Gialle, il sodalizio criminale indagato ha tentato di far perdere le tracce delle spedizioni partenti dalla Cina, inviandole in altri Paesi comunitari, la Spagna e la Grecia in via prevalente. Solo dopo essere giunti in uno dei Paesi dell’Unione Europea, si procedeva a recapitare i carichi in territorio nazionale, facendoli viaggiare con dei documenti di trasporto comunitari. Si trattava di un’operazione, che sebbene più dispendiosa, mirava a “ripulire” i documenti di trasporto che accompagnavano l’illecita merce.
La collaborazione con le altre forze di polizia europee, soprattutto quella spagnola, greca e rumena ha permesso di sequestrare ulteriori ingenti quantitativi di merce contraffatta in tali nazioni ed avviare analoghi procedimenti allo stato ancora in corso di definizione.
L’operazione volta a contrastare il fenomeno della contraffazione conferma una volta di più l’importanza della Guardia di Finanza nella sua veste di polizia economica, che la vede impegnata a fianco degli imprenditori e dei cittadini onesti nella ricerca della legalità e della correttezza e nella difesa dei posti di lavoro e della competitività del paese. (3 agosto 2007-13:00)
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