CASERTA - (di Luca Kocci da Adista) - Improvviso blitz del vescovo di Caserta, mons. Raffaele
Nogaro che oggi intorno all’ora di pranzo, è uscito dal
palazzo vescovile e ha ‘occupato’ per due ore la nuova discarica di Lo
Uttaro in cui, dall’alba del 24 aprile, i camion del consorzio Ce3
stanno sversando tonnellate di rifiuti in situazione di palese
illegalità e fra le proteste del Comitato emergenza rifiuti di Caserta.
Il vescovo – a fianco del Comitato fin dalla prima ora – voleva
“rendersi conto in prima persona” di quello che stava succedendo nella
cava Mastropietro (ora adibita a discarica) e così alle 13, accompagnato
dai tre padri sacramentini di Casa Zaccheo, ha varcato il cancello ed è
entrato nel sito. Le guardie giurate messe a presidio della discarica
hanno tentato di bloccare mons. Nogaro che però non si è fermato e ha
replicato che per farlo uscire avrebbero dovuto “usare la forza”. Le
guardie non sono intervenute ma hanno chiamato la polizia e i funzionari
del consorzio che sono arrivati dopo qualche decina di minuti, tentando
inutilmente di convincere il vescovo e i tre religiosi ad andarserne.
Solo alle 15, due ore dopo l’ingresso, mons. Nogaro e i sacramentini
hanno lasciato la discarica e hanno raggiunto il presidio del Comitato
emergenza rifiuti, situato poco distante.
“Arrivavano camion in continuazione che sversavano rifiuti senza alcun
controllo”, raccontano mons. Nogaro e i religiosi all’uscita dalla cava
Mastropietro. “Ne abbiamo contati una media di venti all’ora. E infatti,
la discarica di Lo Uttaro, allestita in fretta e furia da Prefettura,
Provincia e Comune, non è ancora pronta ad accogliere la spazzatura:
l’Arpac (Agenzia regionale per l’ambiente della Campania) non effettua
nessun tipo di controllo tecnico sui rifiuti che i camion stanno
riversando ininterrottamente da 4 giorni, non è stato allestito nessun
laboratorio di analisi e non sono stati costruiti i pozzi di verifica –
previsti dalla normativa – che dovrebbero servire a controllare che non
vengano inquinate le falde acquifere presenti nel sottosuolo. Senza
contare che la discarica – che dovrebbe accogliere 400mila metri cubi di
“rifiuti solidi urbani” in una zona abitata da 200mila persone e a poche
centinaia di metri dal nuovo policlinico in costruzione – sorge su una
vecchia discarica abusiva mai sanata, violando così le leggi sia
regionali che nazionali (v. Adista n. 31/07 ).
Mons. Nogaro era intervenuto sulla discarica di Lo Uttaro lo scorso 15
aprile, con una lettera aperta agli amministratori locali (che è stata
anche letta in tutte le parrocchie e affissa sui muri della città) in
cui chiedeva loro di fare “opposizione fino all’autospospensione dagli
enti di rappresentanza locale” per tutelare la salute dei cittadini e la
legalità democratica. E per questo era stato pubblicamente rimproverato
dal segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons.
Giuseppe Betori, il quale lo scorso 19 aprile, nel corso di una
conferenza stampa di presentazione dell’Agorà dei giovani (che si terrà
il prossimo 1-2 settembre a Loreto), aveva detto: “La Conferenza
episcopale italiana appoggia pienamente il lavoro del dottor Guido
Bertolaso (il Commissario di governo per l’emergenza rifiuti, ndr) sul
problema dei rifiuti in Campania”. E nel corso della stessa conferenza
stampa, una reazione stizzita alla lettera di mons. Nogaro era arrivata
anche dallo stesso Bertolaso, che in vista di Agorà, ha assunto
l’incarico di commissario delegato dal governo a gestire l’evento:
nell’emergenza rifiuti in Campania, anziché favorire un ritorno alla
legalità, “ci sono autorità religiose che pensano di giocare dall’altra
parte del campo”, ha detto Bertolaso. “È abbastanza paradossale che chi
si è impegnato per ripristinare la legalità debba confrontarsi con
autorità religiose o anche con missionari che ha conosciuto anni fa in
Africa in tutt’altre situazioni” (il riferimento è a p. Alex Zanotelli).
A mons. Betori ha replicato, il 24 aprile, tutta la comunità ecclesiale
della Diocesi di Caserta, in una lettera firmata, fra gli altri, da
Caritas diocesana, Casa Rut (le orsoline), Casa Zaccheo, Azione
Cattolica, Agesci, Fuci, Meic e Focolarini. “Come cittadini, come donne
e uomini, come cristiani ci sentiamo in piena comunione con il nostro
pastore e guida, da sempre impegnato a difesa della legalità e della
vita in questa nostra terra così martoriata e depredata – scrivono –.
Noi tutti ci siamo sentiti traditi da chi, in qualità di rappresentante
del Governo, nell’affrontare l’emergenza rifiuti in Campania e nel
nostro caso a Caserta, ha imposto soluzioni che vanno ad aggravare la
condizione dell’ambiente per cui possiamo parlare di possibile disastro
ecologico con conseguenti danni irreversibili alla salute. Il tutto è
avvenuto nella illegalità!”. “Noi non vogliamo negare l’emergenza in cui
ci troviamo, per altro frutto di anni e anni di mala amministrazione, né
assumere scelte egoistiche riversando in altri territori i nostri
rifiuti, ma avremmo fortemente desiderato percorrere insieme vie di
verità, di legalità e di giustizia nel ricercare possibili soluzioni sia
nel gestire l’emergenza, che nell’affrontare alla radice il problema
della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Da chi, come Lei,
riveste ruoli di guida nella chiesa ci saremmo aspettati, in nome del
Vangelo della vita, sostegno e chiara conoscenza della questione prima
di esprimersi pubblicamente”. (27 aprile 2007-21:58)
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