Il vice-caporedattore del quotidiano cattolico Avvenire, Antonio Maria Mira, ci autorizza la pubblicazione di un'intervista
vedi qui
che gli ha rilasciato il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Lo Uttaro è costata tre milioni di euro (la metà degli impianti che faceva la Fibe) e può contenere 400 mila tonnellate di rifiuti. Ma Bertolaso avverte: o si apre o arriva l'esercito. E ribadisce. 'Dov'erano associazioni, comitati e professori quando arrivavano rifiuti di ogni genere? Roma - (di Antonio Maria Mira dall’ Avvenire di sabato 21 aprile 2007) -
«O entro fino maggio in Campania partono gli
impianti o dovrà intervenire l'esercito. Qualcosa si dovrà fare. Non credo
che ci sia un solo cittadino italiano disposto a vedere le repliche delle
passate estati con la spazzatura per strada». Quella di Guido Bertolaso
non è la minaccia di un intervento armato ma la constatazione dei fatti.
«Non ci vuole una laurea in medicina per capire i rischi sanitari ? avverte
il capo del Dipartimento della Protezione civile nella sua veste di commissario
per l'emergenza rifiuti ?. Le previsioni meteo sono tutte, purtroppo, ottime
per le prossime settimane. Temperatura in aumento, spazzatura in aumento:
un binomio micidiale. Porta verso la strada dei cassonetti bruciati, dell'emissione
di diossina, dei sorci che girano per strada». Destino segnato? «Noi ci
stiamo impegnando. Non siamo riusciti ancora a risolvere la situazione
per le tremende opposizioni che abbiamo avuto dappertutto, però la strada
per uscire dall'emergenza è lì davanti. C'è un semaforo rosso davanti a
noi. Si tratta di spegnerlo e poi incominciare a percorrere quella strada».
Dottor Bertolaso le emergenze, le proteste favoriscono la camorra?
Certo.
Nel 90% dei casi in modo involontario, ma non vi è dubbio che la favoriscano.
Tutto quello che è connesso all'emergenza significa situazione di criticità
e spazio all'illegalità.
La camorra è ormai nell'ordinaria gestione dei
rifiuti. Una presenza nelle istituzioni, come dimostra l'arresto di uno
dei suoi vicecommissari, Claudio De Biasio. Sospetta qualche complicità
all'interno?
Non lo posso escludere. Ma con lui ho sempre avuto un rapporto
molto positivo e non ho mai avuto motivi di dubitare.
Ma il suo nome chi
lo aveva indicato?
Chiedetelo a lui. Mi sembra che lo abbia detto in alcune
interviste.
Ha fatto il nome del ministro Pecoraro Scanio.
Ne prendo
atto.
C'è qualcuno che spinge perché questa emergenza sia senza fine?
Certamente. Se in una situazione ordinaria noi dovremmo spendere 100 in
una emergenziale ne spendiamo 400. Dove finisce la differenza?
Già, dove?
È ovvio che va a finire in questa grande bolla di illegalità, di scarsa
trasparenza, di affari che vengono portati avanti dai soggetti più diversi.
L'emergenza fa comodo, ecco perché dobbiamo a tutti i costi chiuderla.
L'emergenza fa comodo perché dà gli alibi a quelli che devono essere eletti
e che possono dire: io non c'entro niente perché ci sta un commissario.
Dà gli alibi ai consorzi che dicono: non tocca a noi, c'è un commissario
che ha pieni poteri. Dà gli alibi a tutti quelli che in questo modo possono
lucrare a danno invece di una gestione trasparente.
Voi proponete soluzione
e trovate proteste.
Dove stavano i sindaci, i comitati di quartiere, i
professori universitari quando negli anni passati arrivavano da tutt'Italia
tonnellate e tonnellate di sostanze tossiche e pericolose? Possibile che
nessuno abbia mai visto nulla? Ma a chi la vogliono raccontare! Solo quando
arriva lo Stato si fanno le manifestazioni? È evidente che al di là delle
legittime preoccupazioni su possibili danni alla salute e all'ambiente
derivanti dall'esperienza precedente, non certo da questa, vi è pure una
resistenza che è finalizzata a coprire interessi diversi.
Chi non ha fatto
il suo dovere in questi 14 anni per non far uscire la Campania dall'emergenza?
È un po' colpa di tutti. Non ha fatto il suo dovere la Protezione civile
anni fa quando autorizzava la dichiarazione dello stato di emergenza ma
non controllava alcunché. Non hanno fatto il loro dovere i diversi commissari
che si sono avvicendati - e alcuni erano presidenti della regione - che
firmavano le carte senza sapere cosa stessero firmando. Non hanno fatto
il loro dovere le autorità sul territorio che avrebbero dovuto sorvegliare
la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Non hanno fatto il proprio dovere
le aziende che hanno ricevuto l'affidamento per la gestione dello smaltimento
dei rifiuti, che nel corso di questi anni hanno costruito degli impianti
che non erano a norma. Non hanno fatto il proprio dovere i consorzi che
sono stati di fatto solo delle strutture clientelari. Non hanno fatto il
proprio dovere quei sindaci che pagavano il contributo ai consorzi per
la raccolta differenziata e poi affidavano ad una società privata il compito
di fare la stessa cosa e quindi pagavano due volte per avere un servizio
che comunque era carente. Non hanno fatto il proprio dovere neppure i cittadini.
Troppe volte vediamo la gente che lancia da lontano verso i cassonetti
sacchetti di spazzatura che non hanno mai riciclato.
Sembrano esserci
due partiti, quello che dice che la soluzione sono i termovalorizzatori
e quello che vuole solo la raccolta differenziata. Sono scelte davvero
alternative?
Non c'è una soluzione univoca. Non si fa solo raccolta differenziata,
non si brucia solamente, non si getta solo in discarica. Il ciclo virtuoso
oggi, dimostrato dai Paesi moderni, è quello che prevede tutte e tre le
voci.
Ma se poi proponete una cosa e un ministro dice che non va?
Io
avevo dato la mia disponibilità a fare un passo indietro. E avevo suggerito
che qualche funzionario del ministero dell'Ambiente prendesse il mio posto.
Mi sembrava la logica conseguenza di divergenze di vedute con quel ministero.
Non hanno voluto darvi seguito. Ne prendo atto e allora io vado avanti.
Inchiesta sui Consorzi dopo il caso Eco4
Ispezione in tutti i consorzi
Il presidente del consiglio Romano Prodi
ha disposto un'ispezione da parte dell'Ispettorato generale di finanza
in tutti i consorzi che gestiscono il sistema dei rifiuti. Una diretta
conseguenza della recente inchiesta della magistratura sul consorzio Ce4.
Nel mirino, ovviamente, spese e affidamenti dei lavori. «Consorzi messi
sotto Tac ? sottolinea Bertolaso ? che sicuramente farà emergere tutta
una serie di altre questioni che saranno oggetto di conseguenze da parte
degli organi competenti». Anche perché i soldi buttati via non sono stati
pochi. «Nei primi giorni del mio incarico abbiamo portato 94mila tonnellate
di rifiuti in giro per l'Italia per cercare di liberare le strade. Ma quanto
ci è costata quell'operazione? Dieci milioni di euro». Quanto è costata
la discarica di Lo Uttaro? Tre milioni. «Quelle che faceva la Fibe fino
all'anno scorso costavano il doppio. Lo Uttaro tiene 400mila tonnellate.
Devo andare oltre a spiegare? I numeri parlano chiaro». (A.M.M.)
Discariche provincializzate: non solo Serre
Serre ma non solo. Bertolaso
conferma la strategia della provincializzazione delle discariche. Così
a Lo Uttaro nel casertano, la prima ad aprire, arriveranno solo i rifiuti
della provincia, al contrario di quello che è successo fino a ieri. «Nessuno
pensi di fare il furbo ? avverte Bertolaso ?: da Napoli, tanto per parlare
chiaro, la spazzatura non andrà a Lo Uttaro». Poi, «se le indagini saranno
positive», toccherà a Serre nel Salernitano. Mentre si è ancora in attesa
delle indicazioni da Avellino, Benevento e Napoli. E l'accusa è dura. «Per
Benevento era stata indicata in un primo momento Dugenta. Ma anche lì c'è
stata una sollevazione. Hanno perfino fatto un consiglio provinciale: "Guai
a Bertolaso, come si è permesso di indicare Dugenta!" Ma se l'aveva indicata
il ministro del'Ambiente! Ma questo è un altro paio di maniche: sappiamo
che c'è chi si assume le sue responsabilità e chi invece si defila in momenti
particolari». Comunque la provincia aveva promesso di indicare il sito
entro il 12 aprile. Ma non si è visto niente. «Questi signori devono capire
che il gioco è finito: se entro fine mese non ci danno un'indicazio-ne
chiara dovrò intervenire d'autorità». (A.M.M.)
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